Cartoline in viaggio

CARTOLINE IN VIAGGIO

Quando acquisto un libro usato lo controllo bene, voglio che sia sgualcito e vissuto, pieno di sottolineature e note, meglio se macchiato. Lo leggo e so che è un’edizione unica, fuori commercio. Se tengo a qualcuno non gli regalo un libro nuovo ma uno dei miei, maltrattato inditato, pieno di scarabocchi e appunti.
Questa cartolina dai caratteri regolari, pulitina e scritta al computer immaginatela slabbrata, segnata sbiadita corretta e sporca di non si sa che.
Insomma, immaginate quel che non c’è.
Graziano Gattone

Qui cartoline non se ne trovano. Ho provato a chiedere, ma mi hanno guardato come se fossi matto. Una signora anziana, forse mossa da compassione mi ha parlato di sms, mms, email, chat, facebook, geotag. Sinceramente non l’ho capita, forse usava un dialetto locale. Questa è una vecchia cartolina che ho trovato in valigia, non saprei di dove, ma l’ho tenuta fuori dalla finestra tutta la notte, e ora ha lo stesso odore del mare. Argo è ormai grande ed è sempre più bravo, anche se l’altro giorno mi ha fatto attraversare con il rosso. Grazie per il bastone che mi hai regalato, è leggerissimo.
Filippo Nativo

Conobbi tuo nonno “anima legnosa” quando, ancora bimbo, mi portava al mare d’estate: Anzio, Ostia, S.Marinella…che giornate indimenticabili.
E poi la campanella e la calca quando tuo nonno sbuffando e in ritardo ci riportava a casa con la pelle ancora salata.
Più formale il rapporto con tuo padre, anni ’80, anni tristi e grigi, lunghi viaggi in giro per l’Italia giorno e notte a imparare strane espressioni di divieto e di pericolo in lingue straniere che tuo padre disseminava ovunque, perfino nei bagni!
Keine gegenstände aus dem fenster werfen …ancora fa ridere quando la cito!
Con tuo padre ho capito che l’espresso non è solo un caffè, che rapido non è solo il nome di una tintoria e che accellerato non si scrive così.
Adesso ci sei tu bello, lucido, affusolato, velocissimo e costoso come non mai.
Ti uso, ma non ti amo.
Buon viaggio vecchio treno con i sedili in legno!
Francesco Tàmmaro

È vero, lo ammetto, me ne sono dimenticato. La cartolina l’ho rubata a una turista tedesca, quindi perdona l’uccello del David in primo piano. Il francobollo è fuori corso, ma era il più colorato della mia collezione. L’indirizzo l’ho copiato da una pubblicità di un centro massaggi, e penso anche di aver sbagliato nella trascrizione. Lo so che capirai. Ma c’è una cosa che non mi perdonerai mai: quando ho scritto “ti amo”, era proprio di seconda mano…
Filippo Nativo

Credevo che anche in questo viaggio mi saresti stata accanto.
Mi illudevo che mi avresti seguito ovunque. Anche se a volte sei stata un peso, eri sempre pronta ad aprirti, per me. Senza di te, sento un grande vuoto. Dove sei?
Ho bisogno di te, valigia.
Teresa Fusco

Volevo farvi un salutino veloce, prima di arrivare.
Non chiedetemi cosa vedo perché ho iniziato a scrivervi proprio nel bel mezzo di una galleria. Ma sai com’è, quando mi prende voglia di scrivere non posso aspettare. E poi mi mancate già, anche se sono appena partito.
Se avessi iniziato a scrivere cinque minuti prima, vi avrei descritto le cortecce degli alberi bagnate dalle raffiche di pioggia, il verde fluorescente dell’erba ai lati della strada, il cielo plumbeo squarciato dai fulmini, l’asfalto bagnato che rifletteva le auto davanti, gli stop che s’illuminavano come un tramonto, l’odore di pioggia e di gomma bruciata, e il rumore del vento e dei vetri infranti. Ma non potevo, avevo le mani occupate. Perdonatemi, devo salutarvi, la luce in fondo al tunnel è vicina ormai.
Vi amo, tutti. Filippo
Filippo Nativo

Cannobbio 24/08/07.
Guardo le ondine che si rompono sulle pietrine. Il proprietario di un bar mi spiega con un sorrisino di superiorità che chiamano la sponda opposta del lago la “magra”: poche ville, pochi soldi, deturpata dalla ferrovia che ai tempi portava lavoro e un minimo di benessere. A Cannobbio non la vollero, stavano già bene.
Separati da un po’ d’acqua ferma ricchi e poveri si fronteggiano.
Graziano Gattone

Caro viaggiatore,
si può sapere dove sei finito?!
Ricordo ancora quando, generoso di sentimenti e parole, amavi riempire ogni mio piccolo spazio, facendoti strada con le mani attraverso la mia piccola fessura. Le dita che mi violavano erano talmente tante, che diventava impossibile quantificare l’orgia di gioia, saluti e amore di cui ero solita nutrirmi. E quando la temperatura aumentava e il sole scottava, le mani diventavano di più e ancora di più…
Poi, un giorno, più niente… sentivo solo parlare di MMS… e un gran vuoto dentro!
La cassetta delle lettere
Olga Pervenuti

Firenze 23/03/06.
In piazza S. Spirito, al 17 rosso, un piccolo negozio con solo un occhio di vetrina che esibisce solo un paio di scarpe da uomo in cuoio ribattuto, fattura eccellente, finiture curate. Accanto solo un cartello scritto in stampatello: Scarpe su misura. L’antica tradizione che si tramanda, l’artigianato toscano che ha fatto grande l’Italia. All’interno due figure senza età, una china che lavora, l’altra che insegna e controlla.
Due donne, ambedue cinesi.
Graziano Gattone

Al mio padrone.
Hai dimenticato la giacca al ristorante con me nella tasca. Un cliente cleptomane l’ha presa con se: era un giapponese in tour in Italia.
Il turista si spostò a Roma e perse i vestiti in una bisca clandestina in Vaticano; la giacca fu vinta da un sagrestano di 180 chili, che a sua volta la barattò con una forma di parmigiano di plastica. Il rigattiere, contento della sua giacca nuova, fece un viaggio in Cina per lavoro, mi trovò nella tasca e mi vendette spacciandomi per un feticcio Maya.
Mi trovo a Hong Kong, in una teca.
La tua dentiera
Gianluca Fontanesi

Dalla colonia estiva.
Ciao mamma e papà,
faccio tanti bagni e mangio tutto!
Lecco il francobollo e sento salire le lacrime.
Appena mi sveglio ho paura di muovere anche gli occhi.
Un altro giorno (tutto intero) in quella casa dei fantasmi.
Sempre col rumore delle onde a entrare anche nei sogni.
Io come una zattera, portato via.
Senza neanche il profumo della cucina di mamma.
Anna Maria Arcobaleno

Ad Arthur Rimbaud.
Un sogno incredibile.
Le tue favole mi hanno condotto ovunque. Il vento del deserto del Sahara mi ha riscaldato il viso e le onde del Mediterraneo mi hanno fatto ballare. Non ti dimenticherò mai.
Il tuo miglior lettore,
Michele Del Piano

Vedo nitidamente i raggi del sole, schegge di sapone di Marsiglia profumate di luce, che dal fuori trafiggono le gelide pareti della stanza martoriandola come un San Sebastiano lusingato a morte dalle Frecce Tricolori che ne spillano Sangue di Giuda, corposo, tannico, rossonero ma non milanista, che bevo respirandone il calore da “Rock the Casbah” e il rumore, che tocco come fruscianti pagine di un Naked Lunch pomeridiano…
Che c’entra tutto questo col viaggio?
Beh… mi sono appena fatto un acido.
Graziano Gattone

Sano rock di sottofondo.
Brilla quanto basta.
Lecco il francobollo per raggiungerti
mentre la buca delle lettere mangia il mio pensare.
Anna Maria Arcobaleno

Meta mia,
ti ho raggiunta dopo anni di vele spiegate fra queste acque impietose.
Sono esausta, di quella stanchezza che spegne la pelle e lo sguardo.
Dei miei compagni di viaggio, alcuni si sono sciolti al sole, altri trasformati in polvere di salsedine. Qualche fortunato si è dissolto nel vento in un batter di ciglia.
Quanti inviti dal nulla avrei potuto raccogliere anch’io. M’è mancato il coraggio. E ora che ti ho raggiunta, cosa faccio?
Non ricordo perché sono partita. E forse non l’ho mai saputo.
Mariella Giunta

Questa è una cartolina fotografica: la prima volta fuori dall’Italia per i cazzi miei.
Il dove è lapalissiano, il quando è scritto nell’abbigliamento, il mio modo di essere nell’atteggiamento. Per gli inesperti aggiungo che il pacchetto di nazionali semplici era infrattato fra calza e gamba destra: sigarette sempre stropicciate e un po’ pelose.
Un bel viaggio nella memoria per chi ha i miei anni, in un altro mondo per tutti gli altri.
Graziano Gattone

Questa volta sono proprio andato lontano, che a girarsi indietro vengono le vertigini. Ero indeciso se partire, lo sai, ma il biglietto regalatomi dalla tua incertezza è stato, ironia della sorte, assolutamente decisivo. Anche le tue paure sono state deliziose, hanno scelto un albergo caldo e accogliente, ringraziale la prossima volta che verranno a farti visita. A volte mi manchi, lo ammetto, ma quella tua incapacità di amare mi tiene occupato tutto il giorno, e tempo per i ricordi ne rimane poco. Forse il momento peggiore è all’imbrunire, quando il sole della volontà tramonta e le ombre dei rimpianti hanno le sembianze dell’amore, facendomi tremare. Ma la luna della ragione, per quanto fredda e lontana, è sufficiente a illuminare una pallida illusione. Prima di salutarti vorrei ringraziare anche la tua vigliaccheria. Senza di lei, probabilmente, non sarei qui.
Addio.
Filippo Nativo

Cara Adri,
eccomi qua dopo una lunga e faticosa risalita. A questa altezza mi sembra di dominare due terre che un tempo sono state molto legate tra loro.
Piedi avvolti in “peduli” di iuta hanno attraversato questi sentieri.
Viaggi di speranza, a volte senza ritorno.
Per fortuna oggi è una splendida giornata e i raggi del sole penetrano nel terreno riscaldando anche il passato.
Un abbraccio dal Monte Generoso,
tua Cy
Cinzia Botta

Scrivere seduta su di un treno è difficile. Ma questo facevo.
Entrando nella galleria, invece, fantasticavo mentre si alternavano il vuoto e il pieno delle pareti.
Ho sentito lo scoppio. Ho visto il fumo. Ho tremato di paura. E sono morta.
Rapido 904. Ore 19.08. 23 dicembre 1984.
In valigia uno stupido regalo, bruciò. Ancora mi domando perché. Ancora sento dolore.
Anna Maria Arcobaleno

Dalla Germania con amore/1^.
Amburgo.
Sbucare in una piazza grandissima “ah, adoro piazze e prospettive”, e scoprire che invece è un lago. Il lago piccolo, nel centro della città.
Tutt’intorno belle case dai colori pastello, e alberi, alberi a non finire.
Festival di colori autunnali, che riempiono gli occhi e poi giù fino all’anima. Gialli e rossi, ocra e viola, verde e ruggine.
E tappeti croccanti di foglie cadute sotto i passi. E quel colore da viale del tramonto…mi si addice.
E te lo dedico
Elisa Emmebi

Dalla Germania con amore/2^.
Oggi è il giorno del Baltico.
Arriviamo a Lubecca in treno, sotto una pioggerella sottile e leggera.
È una bella città medievale, a pianta ellittica, mi ricorda Canterbury. La piazza della Ratahaus è magnifica, di colori e proporzioni. Bianco luminoso, mattone e oro, e i grandi fori per lasciar passare il vento dal Baltico. Ti scrivo dall’elegante caffè della piazza, purtroppo dalla sala interna, perché nel frattempo la pioggerella si è trasformata in pioggia battente.
Elisa Emmebi

Dalla Germania con amore/3^.
Travemunde.
Ora siamo sulla terrazza di un ecomostro: 35 piani di cemento sulla spiaggia sono un pugno nello stomaco. L’unico modo per cancellarlo dalla vista, è salirci. Da quassù,un panorama mozzafiato: canale, fiume, bosco giallo e rosso, striscia di spiaggia bianca e fine, linea d’orizzonte sul baltico sotto un cielo contrastato. Aria acqua terra, colori incredibili. Scendiamo a camminare sulla sabbia e toccare l’acqua nel momento di un crepuscolo argentato.
Elisa Emmebi

Dalla Germania con amore/4^.
Blankenose, anticamente villaggio di pescatori, è davvero un bel quartiere. L’èlite di Amburgo che abita qui non ha neppure bisogno di tirar fuori l’auto dal box: una piccola navetta detta ‘capretta dei monti’ si inerpica sulla collina fino al castello.
Qui c’è tutto: il fiume con l’imbarcadero, la collina, i parchi. e il tramonto sfolgorante che ti mando.
Elisa Emmebi

Dalla Germania con amore/5^.
Amburgo.
Questa mattina una striscia di sole all’orizzonte inonda la camera. Ed ecco il regalo dell’ultimo giorno: una luce sfolgorante su questa domenica. I colori che abbiamo conosciuto smorzati nel grigio prima e lucidati dalla pioggia poi, ora sono ripennellati e sbalzati sullo sfondo di un azzurro brillante di cielo e acqua, di lago e canali. Canottieri a filo d’acqua e di cielo.
Troverai il mio amore nel blu.
Elisa Emmebi