Epitaffi Letterari

EPITAFFI LETTERARI

EPITAFFIO DI UN LIBRAIO
Qui riposa
nel Nome della Rosa
un uomo che visse in pace col Mondo alla fine del Mondo
e che morì 20.000 leghe sotto i mari
dopo Cent’anni di solitudine.
Alessia Massari

SHERLOCK HOLMES
Questo è l’unico posto dove: “Tolto l’impossibile ciò che resta, per quanto improbabile, è la verità.”
Carmelo Giuffrida

EPITAFFIO DI PIRANDELLO
Sono morti tutti e centomila me! Ma io non li conoscevo!
Deborah Campolo

MARCEL PROUST
Eppure andavo a letto presto la sera
Elisa Borgonovo

ALLA PORTINAIA
Lasciò i suoi libri in guardiola. Elegante come un riccio.
Elisa Borgonovo

MEGALOMANE LETTERARIA
Non voglio epigrammi, solo nome e cognome su una panca al Café de Flore.
Elisa Borgonovo

CONSTANCE P. (La ricca signora)
“Mai aveva scelto nella vita Constance P.
il tempo di parlare e quello di capire, l’abito gli sguardi ed il suo sposo.
Mai aveva conosciuto l’amore Constance P.
il bacio della madre e quello del suo dire, le mani calde e poi il riposo.
Pietra che vaga nella pietra Constance P.
volto di marmo dietro finestre sbarrate, nelle mura della casa sul pendìo;
bocca livida e labbra mai amate, mani giunte a pronunciare Dio.
Mai aveva incontrato un uomo Constance P.,
dita tra i capelli e desiderio fragoroso,
mai aveva amato un uomo, nemmeno quello ucciso, il suo sposo.
La notte della rinascita diluviava sul pendìo,
mani d’ossa alzarono la lama al cielo ad implorare Dio;
e venne il calore nel petto, a modellare il marmo come argilla,
per una volta aveva scelto Constance P.,
e si accasciò, la lama nel petto come spilla”.
Mé la Tela

GUSTAVO, IL PASTICCERE (alla maniera di Spoon River)
Quando Anna scappò con il garzone del fornaio
portandosi via i bambini
ero pieno di amarezza.
Così cominciai a preparare
solo ottime torte
perché volevo rendere più dolce
la vita degli altri.
Fui il miglior pasticcere del paese,
ma la mia vita senza amore
fu come una torta
mezza bruciata a mal lievitata.
Viandante, qualcuno lassù si è beffato di me.
Io, che non conobbi dolcezza,
mi ammalai di diabete e ne morii.
Milena Milani

CESARE PAVESE
(Santo Stefano Belbo, 9 settembre 1908 – Torino, 27 agosto 1950)
Quella sera di fine agosto sui tetti di Torino
i gatti ti videro arrivare, viso di Primavera.
Nei tuoi occhi lessi il mio nome.
Solo due rondini sotto la grondaia spettegolarono un po’
prima di partire per i Mari del Sud.
Poi finalmente fu solo Silenzio.
Milena Milani

EPITAFFIO DI UN LETTORE
Qui c’è un giardino segreto
dove, seduto all’ombra di frondosi allori,
posso ascoltare la voce dei Grandi Poeti.
Alcuni passeggiano a braccetto
declamando sottovoce antichi carmi.
Altri, in solitudine, gridano con rabbia i loro versi al Cielo.
Per me questo è il Paradiso.
Milena Milani

EPITAFFIO DI UN LETTORE DI STEPHEN KING
Pagina dopo pagina ho dato un volto a tutti i mostri che tenevo accuratamente rinchiusi nell’armadio della mia infanzia. E li ho finalmente guardati in faccia.
E dovrei aver paura della Morte?
Milena Milani

Epitaffi Ironici

EPITAFFI IRONICI

EPITAFFIO DI UN VIVEUER
Scriveranno di me sulla tomba fiorita: Morì di troppa vita.
Alessia Massari

EPITAFFIO DI UNA CENTRALINISTA
Non fiori, ma si prega di attendere.
Alessia Massari

EPITAFFIO DI UN BASTIAN CONTRARIO
Fu sepolto circondato dall’affetto di tutti i presenti, tranne l’autista che dovette guidare il carro funebre in retromarcia.
Alessia Massari

EPITAFFIO DI UN AUTOMOBILISTA MILANESE
Morì sotto un fuoco di fila. Doppia.
Alessia Massari

EPITAFFIO DI UN FUNAMBOLO
Lo ricordano tutti come un uomo molto equilibrato.
Alessia Massari

EPITAFFIO DI UNA SAPONETTA
Se ne andò, lavandosene le mani.
Alessia Massari

EPITAFFIO DELL’ESCAPOLOGO
Mi sa che questa volta sono cazzi.
Barbara Palombi

EPITAFFIO DI AGNELLI (uno qualsiasi)
Fiat lux.
Barbara Palombi

IL BURBERO
E io che me ne ero venuto qui per non sentirti più!
Castrese Esposito

E ora come ammazzerò il Tempo?
Castrese Esposito

Cuore solitario, bella presenza e ancora piacente cerca vicina di bara.
Castrese Esposito

Ho cambiato solo indirizzo.
Castrese Esposito

EPITAFFIO DELLO SFATICATO
Scrivi qualcosa e di che é mio.
Castrese Esposito

EPITAFFIO DI UN VENDITORE DI CASE
Causa inutilizzo, vendo cassa in perfette condizioni. Pari al nuovo.
Castrese Esposito

EPITAFFIO DEL CURIOSO
Devo andare. Ho troppe domande non ancora risposte.
Castrese Esposito

EPITAFFIO DELL’ERGASTOLANO
Passai dalla cella a questo loculo senza passare a miglior vita.
Castrese Esposito

EPITAFFIO DI UN MUTO
:-)
Castrese Esposito

EPITAFFIO DI UNA MAESTRA
Non le fu concesso di ripetere l’anno.
Claudia Carbone

EPITAFFIO DI UN SUICIDA ROMANTICO
me la son goduta a tutto gas …
Darya Ginevra Anais

EPITAFFIO DI UNA GATTA MORTA
Non e’ da tutti morire due volte.
Deborah Campolo

EPITAFFIO DELLA NOIA
Non e’ cambiato nulla. Ero morta anche prima
Deborah Campolo

MARILYN MONROE
Meglio così!
Alla mia età, tutto ciò che mi piaceva, rischiava di essere sposato o fare ingrassare!
Eleonora Desiderio

HERCULE POIROT
E’ stato il maggiordomo
Eleonora Desiderio

SUICIDIO DI BELLEZZA
Sopravvissuta al passaggio da bella figa a bella donna poi bella signora, fece in modo di non arrivare a bella vecchina.
Elisa Borgonovo

EPITAFFIO DI UNA RITARDATARIA
Per una volta sono riuscita ad assistere a tutta la cerimonia.
Emanuela Arzuffi

EPITAFFIO DI UNA PROSTITUTA (momento della sepoltura)
Niente di nuovo. Sono sdraiata e sopra di me un uomo suda.
Emanuela Arzuffi

EPITAFFIO DI UNA LACRIMA AL CINEMA
Destino crudele, mai una volta che sia riuscita a vedere la fine di un film!
Emanuela Arzuffi

EPITAFFIO DI UN ITALIANO
Nella morte come nella vita, abituato ad essere spolpato da vermi.
Emanuela Arzuffi

EPITAFFIO DI PINOCCHIO
Raso?! Che delusione, mi sarei aspettato almeno una bara con l’imbottitura in pelle…
Emanuela Arzuffi

EPITAFFIO DI UN AMORE
Me ne sto qui, immobile e freddo, imprigionato in un matrimonio.
Emanuela Arzuffi

EPITAFFIO DELLA VEDOVA
Qui giace il mio povero marito, Nella morte come nella vita… freddo
Floriana Plebani

EPITAFFIO DI UN ATEO
…. e adesso?????
Floriana Plebani

EPITAFFIO DELLA CASALINGA
Scusate la polvere
Floriana Plebani

EPITAFFIO DI UN EPITAFFIO (2000-2012)
Nacqui in grazia della morte di Alberto Rossini.
Uomo vanaglorioso volle fossi scolpito
In oro sul rilucente nero della lapide
“Qui giace Alberto, scusate se non mi alzo”.
Giornalista di provincia e vago intellettuale
mi rubò, come molto altro, per ben figurare.
Vissi dodici anni in quasi solitudine
Oggi muoio nella terra rivoltata?
Mentre in un loculo fra i tanti riposerà
Quel che resta di un uomo dappoco:
Quasi nulla.
Graziano Gattone

EPITAFFIO PER REINCARNATI
Nacqui, vissi, morii.
Nacqui, vissi, morii.
Nacqui, vissi, morii.
Nacqui…
Graziano Gattone

EPITAFFIO DI UNA SIGARETTA
Ridotta in cenere.
Lucia Demma Carà

EPITAFFIO DI UN GHIRO
Dopo una vita oberata da tanti sonnellini,
finalmente il meritato riposo.
Luigi Palladino

EPITAFFIO DI UN OTTIMISTA
Sono diversamente vivo!
Marcello Perugia

EPITAFFIO DI LAZZARO
Riposerebbe in pace…
Marcello Perugia

EPITAFFIO DELL’EPITETO DI ARABA FENICE
E’ solo una condizione temporanea!
Marcello Perugia

EPITAFFIO DI UN ARTIFICIERE
Era il filo rosso!
Marcello Perugia

EPITAFFIO DI UN UOMO INGENUO
Tutte queste candele, ma la torta?
Marcello Perugia

EPITAFFIO DI UN AMANTE
Morto d’amore per la donna che giace nel loculo precedente, ucciso dalla follia dell’uomo che giace nel loculo successivo.
Marcello Perugia

EPITAFFIO DI UN UOMO SPECIALE
E’ morto, che altro dire?
Marcello Perugia

EPITAFFIO DI UN UOMO INSIGNIFICANTE
Qui giace qualcuno.
Marcello Perugia

EPITAFFIO DI UN GIOCATORE D’AZZARDO
Poker d’ossi.
Marcello Perugia

EPITAFFIO DI UN UTILIZZATORE COMPULSIVO DI CELLULARE
Almeno qui avrà costantemente ed eternamente campo… santo!
Marcello Perugia

EPITAFFIO DI UN MALATO IMMAGINARIO
Riposa in pace, era tutto vero.
Marcello Perugia

EPITAFFIO DI UN PAPA
Riposa in pace, se ne farà un altro.
Marcello Perugia

EPITAFFIO DELL’ARABA FENICE
Affittasi loculo, libero a breve.
Marcello Perugia

LAZZARO
Come non detto.
Marco Amendola

EPITAFFIO DI UN VAMPIRO
Chiuso dalle 05:00 alle 24:00
Marco Amendola

EPITAFFIO DI UN VECCHIO COCCIUTO
Vi dico che è solo un po’ di raffreddore!
Marco Amendola

EPITAFFIO DI UN CRITICO CINEMATOGRAFICO
Una trama avvincente ma dal finale scontato
Marco Amendola

EPITAFFIO DEL NATO STANCO
Finalmente posso riposare in pace.
Maria Grazia Orioli

EPITAFFIO DEL REALISTA
Mi avete fatto passare le pene dell’inferno. Ora che ho scoperto il paradiso, diradate le visite e lasciatemi riposare in pace.
MariaGrazia Orioli

EPITAFFIO DEL MUTO
Ci lasciò in silenzio, ma ritrovò la parola dandoci i numeri al lotto.
La famiglia ringrazia.
MariaGrazia Orioli

EPITAFFIO DI BENJAMIN FRANKLIN
Bara-fulmine
Mariella Giunta

EPITAFFIO DI UN FOLLE
Troppi cambi automatici
Mariella Giunta

EPITAFFIO DEL PIZZO
Ho farcito gonne da nobil dama
ornato il mento a gran cavalieri
davvero non credo adesso che occorra
farmi morire di camorra
Mariella Giunta

EPITAFFIO DI UN MURATORE
A causa di un pettegolezzo restò di stucco. Secco.
Lasciò i colleghi impietriti. Senza parole.
Marina Paolucci

EPITAFFIO DI UN AMORE
Vestita di nero
mesta spargo fiori
sulla tua tomba
ricordando i giorni
insieme trascorsi.
Mi esplodono dentro
le parole che non ti ho mai detto
#@§?????????????????????!!!!!
Sorrido..finalmente LIBERA
Marina Elena Viglione

EPITAFFIO DI UN CRUMIRO
Morì inzuppato nel cappuccino di uno scioperante affamato
Marina Elena Viglione

EPITAFFIO DELL’UOMO CHE NON DEVE CHIEDERE MAI
Se ne andò senza risposte.
Michele Lopopolo

EPITAFFIO DI UN DONNAIOLO
Di amanti visse. Di fidanzate sopravvisse. Di moglie morì.
Michele Lopopolo

EPITAFFIO DI LAURA
Non c’è. E’ andata via.
Michele Lopopolo

EPITAFFIO DI UNO STANCO OROLOGIAIO
Di riposarsi, non vedeva l’ora.
Michele Lopopolo

EPITAFFIO DI UNA MAESTRA
“Qui riposa nella pace del Signore un anima eletta”
Fui odiata da generazioni di alunni per la mia severità.
Sposai la Grammatica
e dedicai la mia vita
a correggere virgole, apostrofi e accenti.
E adesso devo sopportare una lapide
dove uno scalpellino ignorante
ha scritto “un anima” SENZA L’APOSTROFO!
Milena Milani

L’ENTUSIASMO
Condusse un’esistenza sopra le righe. Morì dal ridere!
Olga Pervenuti

BOBO VIERI
Perì per far risorgere il congiuntivo.
Olga Pervenuti

REALITY SHOW
Qui giace l’intelligenza di un intero Paese.
Olga Pervenuti

IL DITTATORE
Scusate.
Tolgo finalmente il disturbo.
Olga Pervenuti

EPITAFFIO DELLA VECCHIA GALLINA
Buon brodo.
Olga Pervenuti

EPITAFFIO DELL’AUTOMOBILISTA
Me ne vado.
Ovviamente, inca@@ato!
Olga Pervenuti

EPITAFFIO DELLA GATTAMORTA
Qui giace la gatta.
Paolo Amato

EPITAFFIO DI ROSSELLA O’HARA:
Dopotutto domani non è un altro giorno…
Penelope Ventisei

EPITAFFIO DELL’UOMO RAZIONALE:
Qui giace il caro istinto.
Penelope Ventisei

EPITAFFIO DELLA GRAMMATICA
…Ei fù
Pieranna D’Alberti

EPITAFFIO DI UN VAGABONDO
Qui giace colui che finalmente trovò una destinazione stabile.
Raffaella Guerra

EPITAFFIO DI UN DETENUTO
Adesso per me è impossibile evadere
Riccardo Gamba

EPITAFFIO BON TON
Vi ringrazio della visita,
scusate se non mi alzo.
Roberto Bertulazzi

EPITAFFIO OTTIMISTA
Suvvia,non piangete…mi poteva andare peggio!
Roberto Bertulazzi

PATRICK HERNANDEZ 06-04-1949 30-02-2037
“Born to be alive”
Roberto Bertulazzi

THOMAS EDISON 11-02-1847 18-10-1937
Prolifico e brillante inventore-“fulminante” la sua ultima intuizione.
Roberto Bertulazzi

EPITAFFIO DELLO STITICO?
…confidando nel purgatorio
Roberto Bertulazzi

EPITAFFIO DI UN VIDEOGIOCO
Game over!
Rosalinda Tridente

EPITAFFIO DI LAZZARO
Qui giace Lazzaro. Almeno, finché non ripassa “Lui”
Roy Roberto

EPITAFFIO DI A. EINSTEIN
“Dio non gioca a dadi”. E qui, ha proibito tutti gli altri…
Due palle, assolute!
Roy Roberto

EPITAFFIO DI UN PAZIENTE AFFETTO DA SINDROME DI DOPPIA PERSONALITA’
Consolatelo voi. Io non posso più
Roy Roberto

QUINTO EPITAFFIO DI EUCLIDE
In una bara vuota è possibile allocare uno e un solo corpo.
Roy Roberto

EPITAFFIO DI WOLFGANG AMADEUS MOZART
Così facciam tutti. Chi prima, chi poi
Roy Roberto

EPITAFFIO DI UN SUPEREGO
Ghandi, Einstein, Dalai Lama erano grandi uomini. Eppure sono morti.
Beh, anche io ieri, non mi sentivo tanto bene.
Roy Roberto

L’EPITAFFIO DEL VANITOSO
Bello da morire.
Sandra Giordano

EPITAFFIO PER DRACULA
Di giorno piangetelo con lacrime di sangue, di notte lasciate libero il passaggio.
Sandra Giordano

EPITAFFIO DI UN CONTADINO
M orto.
Sara Leda

EPITAFFIO DI UNA CANDELA
Cera una volta.
Sara Leda

EPITAFFIO DI UN TRANS
Qui giace Marco di anni 19 e Olga di 40.
Sara Leda

EPITAFFIO DEL DISTRATTO
E’ successo qualcosa?
Silvia Inserillo

EPITAFFIO ZOMBIE
Torno subito.
Teresa Fusco

SULLA LAPIDE DI PIERROT
Non piangete. Almeno voi.
Teresa Fusco

Ognuno per l’umanità non è nulla, tu per me eri tutto.
P.S.: Un saluto anche dalla mia attuale moglie.
Victor Laszlo

EPITAFFIO DI GESU’
Pensavo che sarei morto per qualcosa di importante, non per far vendere panettoni e colombe.
Victor Laszlo

EPITAFFIO DELL’AMANTE
Subì la maledizione di lunga Vita a fianco del fedifrago.
Wihlelmina Vagante

EPITAFFIO DELLE PECORELLE
C’era un burrone al di là della staccionata!
Wihlelmina Vagante

Epitaffi Filosofici

EPITAFFI FILOSOFICI

EPITAFFIO DI UN FISICO DELLA RELATIVITA’
Torneranno a farmi compagnia le ombre dei futuri possibili: lascio il passato a chi crede che esista.
Alessia Massari

Di me perì sol quello che io non ero.
Di me resterà quello che io sarò.
Castrese Esposito

Mi avvio, speriamo che sia tutto vero.
Castrese Esposito

Non temo più il passare delle stagioni.
Castrese Esposito

Sono assente dal mio presente ma vivrò con te nel tuo domani.
Castrese Esposito

Sono andato oltre.
Fa parte del nostro vivere evolvere.
Castrese Esposito

Di me qui riposa il superfluo, nei tuoi ricordi ho lasciato la mia essenza. Non soffermarti troppo in questo luogo ma portami con te per il mondo.
Castrese Esposito

L’Agnostico
Esiste, ora lo so!
Francesco Tàmmaro

L’idealista
Seppellite le mie ossa, ma le mie idee vi perseguiteranno.
Francesco Tàmmaro

EPITAFFIO DI UN ADATTABILE
Amavo la vita.
Amerò la morte.
Marina Paolucci

EPITAFFIO PER MORTE IMPROVVISA
Non era calcolato questo mio viaggio.
Senza valigia, senza saluti, senza ritorno.
Non disperate, un giorno ci riabbracceremo.
Arrivederci!
Marina Paolucci

EPITAFFIO DI UN SAGGIO
La morte è una disapparenza della sostanza.
Si resta. Eternamente.
Immutabili, per chi ci ha conosciuto ed amato.
Basterà guardare ancora insieme la stessa stella, da lati opposti, Terra e Cielo, per ritrovarsi.
Arrivederci!
Marina Paolucci

EPITAFFIO DI FILOSOFO
La vita non si può deciderla.
Neppure la morte.
Marina Paolucci

EPITAFFIO DI UN EPITAFFIO
Lapidario
Wihlelmina Vagante

EPITAFFIO DELLA FINE
E’ giunta l’ora di un nuovo Inizio
Wihlelmina Vagante

EPITAFFIO DEI “SE”
Seppelliti insieme ai “MA” perché voglio pensare e vivere senza.
Wihlelmina Vagante

Epitaffi Demenziali

EPITAFFI DEMENZIALI

EPITAFFIO DEL SECONDINO
La suadra di S. Vittore piange il suo miglior terzino.
Alessia Massari

EPITAFFIO DELLA MORTA…DELLA
Originaria di Bologna, l’amica Rosetta la ricorda così: amabile, bene in carne, una tipa tutto pepe.
Alessia Massari

EPITAFFIO DELLA MAESTRA ELEMENTARE
Amò tutti i suoi alunni dall’A alla ZETA in fila per tre col resto di due.
Alessia Massari

EPITAFFIO DI UN’AUTOMOBILE
Prese una sbandata, fu a trazione fatale.
Alessia Massari

EPITAFFIO DELLA BARBIE
Ken-noia qui sotto
Alessia Massari

EPITAFFIO DI UN PESCIVENDOLO
Cernia una volta, ora non tonno più.
Alessia Massari

EPITAFFIO DELLA SALSA DI POMODORO
Passata a miglior vita, venne raccomandata a San Marzano
Alessia Massari

EPITAFFIO DEL RISO(TTO)
In vita fu brillante, di piacevole accompagnamento. Morì non si sa come: fu un giallo.
Alessia Massari

EPITAFFIO SULLA MOGLIE DI UN GENOVESE
“Morta Marta. Vendesi Panda 4×4
Castrese Esposito

EPITAFFIO DEL LUPO CATTIVO
Fanculo a Cappuccetto Rosso e al Cacciatore!
Castrese Esposito

EPTAFFIO DI UN MOTORINO
Ciao.
Castrese Esposito

LA BELLA ADDORMENTATA (1843-1885)
Morta di sonno.
Filippo Nativo

ALBERTO TOMBA (1966-2054)
Nomen omen
Filippo Nativo

KARL MARX (1782-1838)
“Dio è morto” (Marx)
“Marx è morto” (Dio)
Filippo Nativo

MARCELLO MASTROIANNI (1924-1996) DIABETE
Amava la dolce vita
Filippo Nativo

Dott. HENRY JEKYLL (1862-1908)
La dose di veleno, dovevi raddoppiarla.
Tuo Hyde.
Filippo Nativo

EPITAFFIO DI UN SUB
Gli amici del club ricordano le tue ultime parole: “Hey Bombola… Io che non vivo più di un’ora senza te”.
Filippo Nativo

WILLIAM SHAKESPEARE (1564-1616)
“Essere o non essere, questo è il dilemma” (Amleto)
“La seconda che hai detto” (C. Guzzanti)
Filippo Nativo

ERNESTO GUEVARA (1928-1967)
“O patria o morte!” (El Che)
“La seconda che hai detto” (C. Guzzanti)
Filippo Nativo

John Coltraine (1926-1967)
Assaxinato
Filippo Nativo

RAY CHARLES
Cazzo ragazzi, chi mi ha nascosto il pianoforte?!
Filippo Nativo

HORATIO NELSON (1758-1805) AMMIRAGLIO
H 6, G 6, I 6, F 6… Affondato!
Filippo Nativo

FRATELLI VANZINA
Natale all’altro mondo.
Filippo Nativo

EPITAFFIO DI UN FARAONE
Non è morto, sfinge.
Filippo Nativo

EPITAFFIO DI UNA BAMBOLA GONFIABILE
Troppe pressioni, eppure scoppiava di salute.
Filippo Nativo

EPITAFFIO DI KEN
Abusò di Barbie Turici
Filippo Nativo

EPITAFFIO DEL POETA
Riprosa in pace
Filippo Nativo

EPITAFFIO DI UN DIRETTORE D’ORCHESTRA
Un grande sconcerto
Filippo Nativo

EPITAFFIO DI UN ELETTRICISTA
1942 ON – 1998 OFF
Filippo Nativo

EPITAFFIO DEL BALBUZIENTE
Dopo una v-vita dedicata alla fi… alla fi… alla figlia, l’ha p-preso nel cu… nel cu… nel cuore il Signore.
(I tuoi compagni del corso di Psicodizione)
Filippo Nativo

EPITAFFIO DI UN’IMPIEGATA DELLE POSTE
Raccomandata senza ritorno
Filippo Nativo

LUTTO AL SALONE DEL MOBILE
Cassina da morto
Filippo Nativo

EPITAFFIO DI LOUIS ARMSTRONG
Fiato alle TOMBE
Floriana Plebani

EPITAFFIO DI UN RIGATONE
Morto ar dente
Francesco Tàmmaro

EPITAFFIO PER UNO CHE MUORE IN UN GIORNO DI CRONACA FIACCA
Oggi non è successo niente e sono morto.
Che culo, sono l’evento!
Francesco Tàmmaro

EPITAFFIO DI MOCCIA
Tre metri sotto terra.
Gianluca Fontanesi

EPITAFFIO DI UN FRUTTO ESOTICO
Si suicidò, fece harakiwi.
Gianluca Fontanesi

EPITAFFIO DI UN GATTO CINESE NOBILE
Qui giace Miao Tse Tung.
Gianluca Fontanesi

EPITAFFIO DI UN FABBRO
Tornio subito.
Gianluca Fontanesi

EPITAFFIO DI UN CANE DI RAZZA
Qui i resti del Carlino.
Gianluca Fontanesi

EPITAFFIO DI UN POLLO GANGSTER
Qui giace Al Cappone.
Gianluca Fontanesi

EPITAFFIO DI UN TASSO
A vivere non avevo interesse.
Gianluca Fontanesi

EPITAFFIO DI UN CALCIATORE
La mia di-partita
Gianluca Fontanesi

QUI GIACE UN MUSICISTA
Se volete entrare, prego suonate!
Manuela Faggian

EPITAFFIO DI UN DENTE
Eppur si duole.
Michele Lopopolo

EPITAFFIO DI UN OTTIMISTA
E chi mi ammazza a me.
Michele Lopopolo

EPITAFFIO DELLO IETTATORE
Vi aspetto.
Michele Lopopolo

EPITAFFIO DI UN MAFIOSO
Fate silenzio.
Michele Lopopolo

EPITAFFIO DI UN MEGALOMANE, ANONIMO.
Voi non sapete chi sono Io.
Michele Lopopolo

SAMUEL MORSE (1791 – 1872)
_._. .. ._ _ _ _ ._ _ .._ _ _ ..
Michele Lopopolo

EPITAFFIO DI UN COMMODORE VIC 20
Se ne andò con queste ultime parole: “10101111011001010101000000000000000000000000”.
Michele Lopopolo

EPITAFFIO DI ZORRO
Z
Michele Lopopolo

EPITAFFIO DI MARZULLO
Scrivetemelo voi.
Michele Lopopolo

EPITAFFIO A META’ PREZZO
Qui giacciono in due.
Michele Lopopolo

EPITAFFIO DI UNA TONNA ESIGENTE
Tonno subito.
Michele Lopopolo

EPITAFFIO DI CALIMERO
Amici non sono morto.
Prendo solo un pò di Sole al buio.
Michele Lopopolo

EPITAFFIO DI UNA MOSCA
Le ultime parole:
zzzzzzzzzz zzzzzzzzz zzzzzzzzz zzzzzzz zzzzzz zzzzz zzzz zzz zz z.
Michele Lopopolo

EPITAFFIO DI UNO SCAMBISTA
Mi trovate nel loculo accanto.
Michele Lopopolo

EPITAFFIO DI UN PELATO (io)
Onore all’ultimo caduto.
Paolo Amato

EPITAFFIO DEL COPIONE
Cosa c’è scritto sulle altre?
Paolo Amato

EPITAFFIO DELL’UOMO QUALUNQUE
Chi era?
Paolo Amato

EPITAFFIO DEL RETTANGOLO
Mi manca l’area.
Paolo Amato

EPITAFFIO DI UN CARABINIERE
Ho avuto l’ordine di non muovermi.
Paolo Amato

EPITAFFIO DELLA MELA DI GUGLIELMO TELL
Nel pieno della maturità mi colse un cretino con la freccia.
Paolo Amato

EPITAFFIO DI LAURA INGALLS
La cassa nella prateria.
Penelope Ventisei

EPITAFFIO DEL LATTAIO
Ma io veramente volevo essere scremato…
Penelope Ventisei

EPITAFFIO DI JANE FONDA
Tornando a cassa…
Penelope Ventisei

EPITAFFIO DEL GIOCATORE
Passò dal poker d’assi al poker d’ossi.
Penelope Ventisei

EPITAFFIO DEL PENALISTA
Aveva promesso al cliente l’assoluzione in cassa-zione.
Penelope Ventisei

EPITAFFIO DI FANTOZZI
Potete aprire, mi avete leggermente chiuso fuori i diti della mano…
Penelope Ventisei

EPITAFFIO DEL COLLIE INVESTITO
Torna in cassa Lassie…
Penelope Ventisei

EPITAFFIO DI UNO CHE L’HA SCAMPATA BELLA
Sotto di voi: Bara-bba.
Penelope Ventisei

EPITAFFIO DEL POMPIERE
Si è spento. Qui giace il caro estinto e il suo estintore.
Penelope Ventisei

EPITAFFIO DI UN CLAUSTROFOBICO
Aiuto! Mi sento morire!
Roy Roberto

EPITAFFIO DI JOHAN SEBASTIAN BACH
W la fuga, anche qui
Roy Roberto

EPITAFFIO DI DON VITO, CAPOMANDAMENTO
Io oggi, 5-5-2012;
Don Tano 5-6-2012;
Don Turi 5-7-2012
Roy Roberto

CARLO VANZINA
Vacanze all’altro mondo
Roy Roberto

EPITAFFIO DI STEVE JOBS
Devo pensare ad un’altro frutto. Con le mele, Lui, s’inca@@a
Roy Roberto

EPITAFFIO DEI TRE NIPOTINI
Che casino! Io sono Qua, tu sei Qui. Qui pro Quo.
Roy Roberto

JAMES BOND
Mi chiamavo Bond. Jamesbond.
Ora sono funto. Defunto
Roy Roberto

EPITAFFIO ALL’INGRESSO DI UN OSSARIO
Non siamo promiscui. Ci scambiamo solo qualche bacino.
Roy Roberto

EPITAFFIO DI CESARE
Quoque tu, brutte fili di!
Roy Roberto

EPITAFFIO DEL FIGLIO DI GUGLIELMO TELL
Te l’avevo detto: “Non oggi, papà. Ho il singhiozzo”.
Roy Roberto

EPITAFFIO DEI MILLE
Si sta stretti qui.
Sabrina Vernocchi

EPITAFFIO DI UN PACCO DI SPAGHETTI
Dove c’è Barilla,c’è caSsa.
Sabrina Vernocchi

EPITAFFIO DI UN MAGLIONE COSTOSO DOPO UN CANDEGGIO FATALE
Qui giace il Caro e Stinto
Sabrina Vernocchi

EPITAFFIO DI UNA CASSAFORTE
La sua scomparsa avvenne per una pura combinazione
Sabrina Vernocchi

EPITAFFIO DI UN MARITO
Almeno qui,sto tranquillo!
Sabrina Vernocchi

EPITAFFIO DI UN GPS
Tom-b,tom-b.
Sabrina Vernocchi

EPITAFFIO DI TOM JONES
Sex Tomb
Sabrina Vernocchi

EPITAFFIO DI UNO STILISTA
Fashion victim.
Sabrina Vernocchi

EPITAFFIO DI UN GRUPPO DI TABAGISTI INCALLITI
FuMmo.
Sabrina Vernocchi

EPITAFFIO DI UNA COZZA SENZA NOME
Qui giace il mitile ignoto
Sabrina Vernocchi

EPITAFFIO DI UN PROFESSORE
Guarda è in-bara
Saverio Sabbe Rossi

EPITAFFIO DI UNA FIGURINA
Mi manchi!
Saverio Sabbe Rossi

EPITAFFIO DI UN DECODER
lascio il digitale terrestre per Sky.
Saverio Sabbe Rossi

EPITAFFIO DI UN CHITARRISTA
adesso anch’io ho la custodia.
Saverio Sabbe Rossi

EPITAFFIO DI UN MAIALE
ti ricordiamo con affetto
Saverio Sabbe Rossi

EPITAFFIO DI UN CORRIERE
Qui giace
Saverio Sabbe Rossi

EPITAFFIO MAGICO
benvenuti nel cimistero
Saverio Sabbe Rossi

EPITAFFIO DI JIM MARSHALL
Si é spenta la cassa.
Saverio Sabbe Rossi

EPITAFFIO DI DIO
Oh mio io!
Saverio Sabbe Rossi

EPITAFFIO DI UN UTENTE DI FACEBOOK
La morte ha accettato la mia amicizia… e non la smette di mandarmi le richieste per giocare a farmville!!!
Saverio Sabbe Rossi

EPITAFFIO DI UN MANIACO DEI CELLULARI
Eravamo inSiemens sulla Motorola, ma sono caduto sbucciandomi le giNokia.
Saverio Sabbe Rossi

EPITAFFIO DI UNA LAVATRICE
Non ho niente in programma per oggi.
Saverio Sabbe Rossi

CSOA EPITAFFIO
Okkupato
Saverio Sabbe Rossi

EPITAFFIO DI GIGI
Non c’é, é la cremeria.
Saverio Sabbe Rossi

EPITAFFIO DI UN FUMATORE
Qui giace Mal Boro, ne danno il triste annuncio i figli Philip e Morris.
Saverio Sabbe Rossi

EPITAFFIO SU UNA LAPIDE DI AMSTERDAM
Coffin shop
Saverio Sabbe Rossi

EPITAFFIO DI UNA CANDELA
Da tempo aveva una brutta cera.
Simone Scalzini

EPITAFFIO DI UN MUSICISTA
Tranquilli, ho donato gli organi.
Simone Scalzini

GALILEO GALLILEI (15 febbraio 1564 – 8 gennaio 1642)
Eppur si muore.
Simone Scalzini

EPITAFFIO DI UN GIORNALISTA
Visse e morì per una testata.
Simone Scalzini

EPITAFFIO DI GUALTIERINO TELL
Ops!
Simone Scalzini

VESPASIANO 17 novembre 9 – Roma, 23 giugno 79
Fino ad oggi è l’unico a non aver lasciato nessuno nel momento del bisogno.
Simone Scalzini

EPITAFFIO DELLE QUATTRO STAGIONI
Scusateci.
Vi abbiamo lasciato solo una pizza, qualche mal di gola e una infinità di inutili discorsi.
Simone Scalzini

EPITAFFIO DEL POVERO ILLUSO
La vita mi ha chiesto una pausa di riflessione.
Simone Scalzini

EPITAFFIO DI FRANCESCO SCHETTINO
Salma a bordo, ca@@o!
Simone Scalzini

EPITAFFIO DI UNA PARRUCCHIERA
Volevo essere balsamata.
Simone Scalzini

EPITAFFIO DEGLI ABBA
Mummia mia!
Simone Scalzini

EPITAFFIO DI UNA REFLEX
Treppiedi nella fossa.
Simone Scalzini

EPITAFFIO DI UN AMBULATORIO
Sala da spettro.
Simone Scalzini

EPITAFFIO DEL MARCHESE
Menopausa.
Simone Scalzini

EPITAFFIO DI GIOVANNI MUCIACCI
Heart Attack
Simone Scalzini

EPITAFFIO DI UN DENTISTA
Ascesso al cielo.
Simone Scalzini

EPITAFFIO DI UN GELATO
Fornetto Algida
Simone Scalzini

EPITAFFIO DI UNO SPECCHIO
Ora lasciatemi riflettere in pace.
Simone Scalzini

EPITAFFIO DI UN CONTRIBUENTE
Versavo in pessime condizioni.
Simone Scalzini

EPITAFFIO DI UN SANITARIO
DE CESSO
Simone Scalzini

EPITAFFIO DI UN VERBO
Baradigma
Simone Scalzini

EPITAFFIO DI UN VERBO (2)
Non amava la vita da coniugato.
Simone Scalzini

EPITAFFIO DI UNA CALDAIA
Ero sotto pressione.
Simone Scalzini

EPITAFFIO DI UNA CHITARRA
Sono sicura che non mi scorderete.
Simone Scalzini

EPITAFFIO DI UN BURBERO PROFESSORE DI ITALIANO
Lascia temi in pace.
Simone Scalzini

EPITAFFIO EQUO
Bar condicio.
Simone Scalzini

MARCEL BIC (Torino, 29 luglio 1914 – Parigi, 30 maggio 1994)
Ci ha lasciato le penne.
Simone Scalzini

EPITAFFIO DI UN CALZINO
Fantasmino.
Simone Scalzini

EPITAFFIO BLAUGRANA
Messi in croce.
Simone Scalzini

EPITAFFIO DI UN EVIDENZIATORE
Ho vissuto a tratti.
Simone Scalzini

EPITAFFIO DI UNA STAMPANTE
Mi sono sparata l’ultima cartuccia.
Simone Scalzini

EPITAFFIO DI UNA DONAZIONE
Lutto per mille.
Simone Scalzini

EPITAFFIO DI UN MANZO SUICIDA
Mi sono stufato.
Simone Scalzini

EPITAFFIO DI UN CARDINALE
.
Simone Scalzini

EPITAFFIO DI UN CASSIERE DI BANCA
Sportello chiuso. Definitivamente.
Zirvia Scatolini

Epitaffi Autografi

EPITAFFI AUTOGRAFI

Ho affidato alla storia il mio pensiero, ora fermati un attimo se puoi e condividi con me il tuo.
Castrese Esposito

Di me.
Un ombra, un vago ricordo, un sorriso triste.
Mi consola sapere che
Sulle tue labbra resterò indissolubile.
Castrese Esposito

Non voglio un’iscrizione da nessuna parte, voglio volare cinerina sopra i ghiacciai e confondermi con la sabbia dei fondali mediterranei.
Elisa Borgonovo

Ho amato la vita, ho conosciuto la morte, adesso vado oltre
Floriana Plebani

Sembrava morto e lo abbiamo seppellito…non si esclude un risveglio.
Francesco Tàmmaro

La vita e’ un tragico gioco dove nessuno ne esce vivo.
Giuseppe Vuolo

Il mio più grande desiderio è quello di potergli dire addio, per sempre!
È entrato con prepotenza nella mia vita, brutalizzando la mia femminilità, rendendomi fragile e lasciando ferite nel mio corpo e nella mia anima.
Adesso basta! Ne ho preso coscienza e voglio reagire con determinazione. Durante la dura lotta mi ritaglierò momenti “leggeri”, per sdrammatizzare, e imparerò a fare anche battute allegre e feroci sul mio nuovo stato e sul mio nuovo aspetto.
E poi l’immagine del dolce sorriso dell’infermiera che mi si avvicina tenendo in braccio, come fossero bambini, le sacche di “bombe chimiche” che inietterà nelle mie vene, e da lì la devastazione… anch’io le sorrido sperando che la devastazione mi conduca verso la rinascita.
Si, voglio dirgli bye bye, per sempre!
Intanto ho detto bye-bye ai miei lunghi e biondi capelli.
Giusi Corrao

Quando vi ho detto che prima o poi sarebbe accaduto avete pianto. Quando vi ho detto che sarebbe accaduto anche a voi, avete riso.
Laura D’Angelo

Come diceva quel tale andandosene: “Tolgo il disturbo, se pur minimo”.
Laura D’Angelo

I grandi scrivono i loro epitaffi, la gente comune li lascia scrivere agli altri sperando di guadagnarci.
Laura D’Angelo

Qui giace colei che visse e morì separata dalla morte in vita e dalla vita in morte.
Luciana Porzi

Marcello Perugia (22.05.1967 – 21.12.2012)
Chiede scusa ai Maya!
Marcello Perugia

Vissi, o comunque feci del mio meglio!
Marcello Perugia

Qui non giace nulla.
Ciò che era, vive nel ricordo di chi non lo dimentica e ciò che sarà, nella speranza di chi non ne accetta l’assenza.
Marcello Perugia

Ho vissuto momenti migliori, ma resto ottimista!
Marco Amendola

Se ne andò senza avvisare.
Michele Lopopolo

… 03 novembre 1959 … quando Dio Volle.
Amore mio
Mi guardai attorno spaesato, non c’eri più.
Attesi allora il primo traghetto,
che giunse in perfetto orario.
All’arrivo, stupito della serenità dei presenti, chiesi loro dov’eri.
Ti conoscevano, mi conoscevano, da sempre.
Mi indicarono uno spazio aperto.
Eri là.
Mi aspettavi guardando sognante i campi di grano maturo
perdersi nel luminoso orizzonte infinito.
Ti abbracciai, e così restammo per l’eternità.
Da allora viviamo il sentire profondo delle Anime quando si incontrano.
Paolo Pavanello

Dal buio vengo e del buio mi nutro, a tentoni verso un chissà…
René Miri

EPITAFFIO DI UN MATEMATICO
Sono fortunato: vissi in frazione, parlando del più e del meno. Non mi posi limiti. E ora, finalmente, guardo l’Infinito…
Roy Roberto

Torno subito.
Sara Leda

Sulla mia tomba scrivete quello che vi pare. Sai quanto me ne frega.
Victor Laszlo

Inutile che portate fiori, la tomba è vuota.
Victor Laszlo

EPITAFFIO DI UNA DONNA, KARIS.
Morta e risorta ripetutamente.
Mai stanca di vivere e morire.
Wihlelmina Vagante

EPITAFFIO DI WILHELMINA VAGANTE.
Faceva tutto quello che si riprometteva di non far mai.
Wihlelmina Vagante

Epitaffi 2.0

EPITAFFI 2.0

EPITAFFIO DI UN NANO
Sepolto sotto un pollice verso, componeva romanzi in dieci parole.
Castrese Esposito

EPITAFFIO IN TWITTER
@Eleonora Desiderio, #bionda dai #millevolti #saluta tutti i suoi #follower. #ByeByeBaby
Eleonora Desiderio

STEVE JOBS (1955-2011)
iSad
Filippo Nativo

STEVE JOBS
An Apple a day keeps the doctor away…
Filippo Nativo

MORTE DI UN COMMESSO VIAGGIATORE
“Maledetto e-commerce”
Filippo Nativo

EPITAFFIO DEL BLOGGER
post mortem
Filippo Nativo

EPITAFFIO FESBUCCHIANO
Mi giace.
Filippo Nativo

EPITAFFIO DI UNA MEMORIA
Format C:
Gianluca Fontanesi

WIKIEPITAFFIO
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
A questo EPITAFFIO corrispondono più voci, di seguito elencate.
Questa è una pagina di disambiguazione; se sei giunto qui cliccando un collegamento,
puoi tornare indietro e correggerlo, indirizzandolo direttamente alla voce giusta.
Il termine Escort può riferirsi a:
– Ford Escort, un’autovettura
– Escort, una rivista per adulti britannica
– Escort, termine in lingua inglese usato per indicare un accompagnatore/accompagnatrice
e in senso lato una prostituta di alto bordo.
Graziano Gattone

EPITAFFIO DI MARK ZUCKERBERG
Qui riposa in pace in creatore di Facebook.
Mi piace – Commenta – Condividi
Marcello Perugia

Niente fiori, niente opere di bene…solo un “mi piace”.
René Miri

EPITAFFIO DI EUGENE KASPERSKY
Maledetto Virus.
Roberta Sangiorgio

EPITAFFIO DI UN UTENTE DI FACEBOOK
Non Mi Piace.
Sabrina Vernocchi

EPITAFFIO DI UN PC
CTRL-ALT-CANC ARRESTA SISTEMA
Simone Scalzini

EPITAFFIO DI UN PC
Caduto nella rete divenne terminale.
Simone Scalzini

Note bio-bibliografiche degli autori premiati

NOTE BIO-BLIOGRAFICHE DEGLI AUTORI PREMIATI

PREMIO QUALITA’

Mario Bortòt
Nasco a Rovereto (Trento) nel 1963, terzo di cinque figli. Da giovane, oltre a praticare diversi sport, vengo promosso senza studiare troppo e mi cimento col violino. Dopo il liceo scientifico mi sposto a Milano per alcuni anni, dove frequento la facoltà di Informatica e mi laureo bene. Nel 1991 inizio casualmente a collaborare con un quotidiano locale (testata “Alto Adige”) presso il quale divento cronista, autore di pezzi di colore e vignette. Nel frattempo mi abilito all’insegnamento della matematica e conquisto un equilibrio totalizzante dividendomi tra le aule di scuola e la redazione (spesso anche notturna). Nel 2002 nasce Marta, mia figlia: da quell’anno, fino al 2007, abbandono la cronaca e seguo “esclusivamente” la pallavolo nazionale maschile per la testata “L’Adige” (più, al solito, “colore” e vignette). Ora insegno matematica a tempo pieno in una scuola superiore di Rovereto. Per il resto cucino, vado in bici (specialissima), ho il pollice discretamente verde e naturalmente non disdegno scrivere.

Marina Paolucci
Nasce a Milano, nel 1964, sotto il segno dell’Acquario.
Appassionata di scrittura, segue un corso di scrittura creativa tenuto d Raul Montanari e ottiene pubblicazioni nei siti web di alcune importanti Realtà: Perugina – per le frasi dei baci, Nivea, Swatch, Premio Antonio Fogazzaro, Nonostante l’Emofilia. Tra i vincitori del “Premio Qualità” – Premio Antonio Fogazzaro 2012 per la sezione Microletteratura e Social Network, e autore meritevole segnalato dalla giuria popolare. Pubblicazione cartacea e web.
Pubblica i suoi racconti nei volumi “Gente che scrive in 300 parole” e “Racconti di Natale”, entrambi pubblicati nel 2012. Presente con i suoi racconti nelle seguenti antologie edite nel 2013: “365 storie d’amore”; “Il magazzino dei mondi 2″; “Caro bastardo ti scrivo”, “Le donne e il mare”.
Lavora a Milano, dove vive con la figlia Marta. Ama l’arte in ogni forma espressiva.

Paolo Amato
53 anni, funzionario dell’Agenzia delle Entrate con delega alla scrittura. Spaccia parole per sedurre improvvisati scrittori suoi simili. Partecipa a concorsi letterari “per vedere l’effetto che fa”. Poi scopre che per vincere, non è sufficiente amare la letteratura: bisogna saper contare i “mi piace”! Nel suo paese lo riconoscono per strada e non gli chiedono l’autografo per non sembrare invadenti, ma le donne, da quando è poeta, lo seguono ovunque riempendolo di notifiche, sussurrando il suo nome e seminando puntini di sospensione… A volte si convince di essere qualcuno, ma fortunatamente è semplicemente Amato. Nel frattempo manda cartoline e confeziona epitaffi perché nella vita non si sa mai.
Si classifica secondo per la categoria “Mi Piace”, nella sezione “Microletteratura e Social Network” del Premio Antonio Fogazzaro, sia nel 2011 che nel 2012.

Melissa Costi
Nasce a Grosseto in un giorno d’aprile del 1986, frequenta il liceo delle Scienze Sociali, per poi conseguire una laurea in Sociologia presso la facoltà di Scienze Politiche di Bologna. Appassionata di fotografia e scrittura creativa, è nella parola scritta che riesce a decifrare pensieri, immagini, e riflessioni che talvolta rischiano di rimanere in silenzio. Approdando al mondo dei blog sviluppa ulteriormente questa passione unendola alla comunicazione e sperimentandone varie forme (diario, versi, poesie, immagini didascaliche). Nel 2010 ha partecipato ed è stata pubblicata all’interno del romanzo “Nano-scritti ai tempi di facebook. Un romanzo in dieci parole.” Fantasiosa ed eclettica è nella fotografia che riesce a fissare attimi e colori in uno scatto. Ha partecipato a vari concorsi fotografici, aggiudicandosi la vittoria al contest organizzato dal Photoshow 2013 in collaborazione con la rubrica tv “L’arca di Noè”.

PREMIO HUMOR

Maurizio D. Capuano
Sono un autore e attore teatrale, e un giorno avrò anche un lavoro vero, tranquilli. Ho frequentato L’Università Popolare dello Spettacolo di Napoli, un bel po’ di corsi di scrittura, recitazione, cucina e bricolage. Gli ultimi due, li ho inseriti solo per migliorare il curriculum. So che non vi frega, ma ho bisogno di rendermi simpatico a me stesso. Anche violentando l’italiano. Scrivo battute più o meno comiche, di certo migliori dei comici di Zelig, Colorado Caffè, Made in Sud e Lia Celi: lo so, è che mi piace vincere facile. Scrivo anche commedie, sceneggiature e tanto per abbassarne ancora di più la qualità, mi ritaglio spesso il ruolo da protagonista. Che però va sempre in bianco. Forse devo smetterla di scrivere storie autobiografiche.
PS: ho scritto anche un libro umoristico, ma visto che nessuno mi conosce, deduco che non l’avete letto. Pazienza.

Marcello Perugia
Nasce nel maggio del 1967, in un piccolo paese campano. Terzo di quattro figli, a 16 anni – e a cinque dalla morte del padre – si trasferisce, assieme alla madre e a due sorelle a Trieste. Da quel momento comincia a scrivere lettere e si innamora del jazz.
A 19 anni decide di tornare a Napoli: trova una casa in affitto e un lavoro. Dopo due anni, stanco di una vita piacevolmente tumultuosa, ma precaria, torna a Trieste. Risponde a un annuncio di lavoro e, mentendo sulle proprie capacità contabili, riesce a essere assunto come “ragioniere”. Lavoro che conserva tuttora. Nel 1996 si sposa e ha un figlio: è diventato adulto!
Nel 2009 subisce un delicato intervento al cuore che lo costringe a casa per circa due mesi. In quella occasione si iscrive a Facebook e ritrova la vecchia passione per la scrittura. Nel 2012, partecipa al concorso sulla pagina del Premio Antonio Fogazzaro, “Microletteratura e Social Network”, classificandosi 1° per la categoria Humor, 4° per la Qualità e 5° nella sezione “Mi piace”.

Sonia Tortora
Laureata in economia e commercio, da undici anni è responsabile ufficio paghe presso uno studio associato di revisori contabili, in provincia di Savona. La passione, la porta inoltre a conseguire il triennio di scuola estetica ottenendo anche la qualificazione di estetista, oltre a ottenere diverse cattedre nello stesso Istituto.
Scrivere è il grande Amore che le procura circa un centinaio tra vittorie e segnalazioni in concorsi letterari di prosa, poesia e haiku. I più recenti: 1° posto al concorso nazionale per racconti indetto dall’associazione “Il paese che non c’è” di Bergamo; 2° posto per racconti al concorso nazionale “Giacomo Massoli”; 1° posto al concorso haiku nazionale “Il Giappone nel chiostro”; 1° posto al concorso internazionale di haiku di Lendinara. Ha collezionato pubblicazioni con importanti Case Editrici nazionali (tra cui Delos Book, Edizioni della Sera, Fusibilia Editore).

PREMIO MI PIACE

Vittoria Alices
Nasco nel 1963 in un paesino della verde Irpinia; pecora nera di una famiglia borghese. Vita a colori, assai turbolenta.
Descrivo emozioni, sensazioni forti, trascorse e in atto, attraverso racconti semi-autobiografici scritti in un’ora, un giorno, un mese al massimo. Ne ho scritti un’infinità, dall’infanzia a oggi.
E racconto l’Amore.

Marina Lorena Costanza
Da bambina mio padre mi chiamava Marina. Da adulta sono Lorena per tutti .Costanza il mio cognome .Sono nata a Montemiletto, piccolo paese Irpino ,il 20 maggio1963 .Ho completato gli studi classici e ho mancato la laurea in Biologia per tre soli esami(… lo so, lo so!). Mi piace la riflessione e amo leggere . Da sempre “scribacchio” i miei pensieri. Non ho mai pubblicato né rivelato la mia passione. Il Premio Fogazzaro su Facebook mi ha trascinata nella folla telematica. Vivo a Napoli e non potrei fare a meno degli amici.

Carmelo Giuffrida
Nasce 66 anni fa, nella provincia di Messina. Da giovanissimo gira l’Italia e si stabilisce, circa 40 anni fa, per motivi di lavoro, in Calabria. Rimasto vedovo si dedica ai figli, liberi professionisti, e, più recentemente, alle due nipotine. Coltiva, da anni, l’hobby della lavorazione del legno, che è anche un’antica tradizione di famiglia. La passione per la scrittura arriva con il pensionamento da Ispettore Capo della Polizia di Stato. Ama scrivere poesie e brevi racconti. Dice di farlo per se stesso e per gli amici.
Nel 2011, partecipa al concorso indetto dal Premio Antonio Fogazzaro “Microletteratura e Social Network”, classificandosi al quarto posto nella categoria “Mi Piace”. L’anno successivo, sale un gradino, aggiudicandosi il podio.

PREMIO QUANTUM

Patrizia Benetti
Nasce nel 1961 a Ferrara, dove vive attualmente. Ama scrivere, in particolare genere noir e horror. Nel giugno 2012, pubblica “Racconti neri”, libro noir che si classifica secondo al Premio di narrativa nazionale Oubliwette, concorso letterario nazionale promosso dall’omonimo web-magazine.

“Multisala Antonio Fogazzaro”: CIAK TERZAAA!!!

“MULTISALA ANTONIO FOGAZZARO”, CIAK TERZAAA!!!

A QUALCUNO PIACE CALDO
Preparò la stanza, regolò il termostato con la temperatura giusta, mise della musica adeguata alla situazione e poi attese. Tutto era pronto. Mancava solo il cadavere da cremare.
(Graziano Gattone)

ACCADDE UNA NOTTE
Accadde una notte di febbraio, lo ricordo benissimo perché faceva un freddo cane e noi ci torcevamo nei nostri cappotti di feltro, soffiandoci sulle mani nel vano tentativo di scaldarle. Ci guardavamo attraverso perché eravamo solo ombre di noi stessi. In piedi, uno dopo l’altro ci fecero salire su un treno merci che non sarebbe più tornato indietro. Destinazione Auschwitz
(Anna Rita Lisco)

LES AMANTIDES
Un amplesso veloce. Una digestione lenta.
(Simone Scalzini)

AMARCORD – RICORDI LE SERE?
Adagio arrivava e dalle finestre spiavamo le prime ombre.
Il freddo contatto con il vetro aumentava la voglia del braciere.
I nonni attorno ad esso. Lei sgranava il rosario, Lui non c’era già più.
Mia madre, come tutte le mamme, si muoveva da regina.
Papà non c’era già più.
Per noi ragazzi arrivava il momento di lasciar da parte i giochi.
Loro, le ragazze, riponevano i sogni.
Allora, per un momento, tutta la casa tendeva l’orecchio ad ascoltare il silenzio profumato della sera.
(Paolo Amato)

AMICI MIEI
Sinossi: Un gruppo rimbambiti cinquantenni incontinenti, che non accettano l’idea di essere morti, invece di starsene dignitosamente in un ospizio ad aspettare di schiattare, come sarebbe naturale, se ne va in giro a fare scherzi idioti, mettendosi in ridicolo e costringendo le famiglie a sopprimerli di nascosto in uno sperduto canile.
(Maurizio D. Capuano)

BIANCANEVE E I SETTE NANI
Bianca, torna presto, noi ti aspettiamo qui, immobili, in giardino!
(Marcello Perugia)

CARO DIARIO
Dopo un attimo di standby, la penna si poggiò sul foglio. Quasi inaspettatamente le parole incominciarono a scivolare nero su bianco sopra a quell’apparente spazio vuoto. Ogni singola lettera si muoveva velocemente, quasi fosse un abile danzatrice delle idee che la mente stava decifrando nell’inchiostro. Con un ritmo spigliato e incontrollato, la mano incominciò a comporre una storia mai svelata. Quel foglio, inizialmente nudo, prese vita.
(Melissa Ci)

CASABLANCA
Cantavi quella vecchia canzone al piano e mi fermai… provarci ancora? Magari un’ultima straziante volta con un bacio appassionato, una promessa definitiva e poi infine di nuovo via. Nel vento. Nella notte. E la mia luce splende tra le tue lacrime.
(Sandra Giordano)

DA QUI ALL’ETERNITA’
Ti ho visto ieri, ti rivedrò domani; è l’oggi che manca.
(Maruzza Dardanoni)

EVA CONTRO EVA
Adamo si risvegliò in ospedale con due costole in meno, una forte emorragia e il vago desiderio di nominare Dio invano. Le due donne più belle del creato, nonché le uniche, cercarono di farlo innamorare con ogni mezzo: ma solo una ottenne il titolo di Prima Donna.
(Maurizio D. Capunano)

IL BUONO, IL BRUTTO E IL CATTIVO
Tre verità nascoste in ognuna delle nostre sfaccettature. Prediligiamo l’unica maschera che indossiamo, quella che ci far apparir senza nuocere a noi stessi.
(Maurizio Spreghini)

IL MUCCHIO SELVAGGIO
Vuoi che sotto quel covone di gente aggrovigliata ci sia una copia del bando di concorso per un posto da bidello?
(Mario Bortot)

L’ODIO
Tremando le avevo raccontato di Dennis, delle mie paure. La mamma voleva solo proteggermi quando è andata a parlare con la prof e con il preside, ma da quel momento tutto è peggiorato. Dennis ha continuato con più cattiveria ed io sono disperato, non posso parlarne con nessuno perché rischio grosso, è un inferno, non so come uscirne. La mamma dice che è odioso, io invece credo che sia lui a odiare me, ma non riesco a capire perché.
(Giusi Corrao)

L’UOMO CHE NON C’ERA
L’acqua viene giù che il cielo sembra svuotarsi a secchi.
La pioggia si raccoglie in un fiume che scroscia ai margini della strada.
Il vento graffia i panni stesi ad un balcone e scortica i muri.
Un gatto trova riparo sotto un auto.
Mi chiudo nell’esiguo spazio del mio cappotto e tengo stretto l’ombrello.
Un uomo mi avvicina guardandomi negli occhi e mi porge una busta.
Ci conosciamo – chiedo. Non ho risposta.
Sono confusa ma prendo la busta.
Faccio per aprirla;
lui non c’è più.
Leggo; c’è l’indirizzo della mia abitazione. Ho il cuore in gola.
Apro gli occhi … sono a casa!
(Marina Lorena Costanza)

LA BELLA E LA BESTIA
La bella chiuse gli occhi e lo baciò. Aprì gli occhi e, perplessa, vide il rospo allontanarsi.
Doing Doing, il rospo arrivò allo stagno.
-E venti!- gridò agli amici – non ho mai baciato così tante gnocche come da quando abbiamo messo in giro la voce che siamo principi colpiti da un maleficio!!- “Bella in arrivo!” Doing Doing
(Maluna Viola)

LA CADUTA
Ho iniziato a scrivere quando ero triste. Adesso quando non scrivo sono triste.
(Lucio Freni)

LA GRANDE ABBUFFATA
Danziamo, stanotte.
Facciamo nostri gli odori, annusando come cani da caccia.
Tocchiamoci fino a consumarci la pelle.
I Corpi saranno tatuati a furia di Morsi.
I nostri fuochi traboccheranno presto di legna.
Sfiniti e soddisfatti, dormiremo nel posto delle fragole.
(Wilhelmina Vagante)

LE VITE DEGLI ALTRI
Che ne sappiamo delle vite degli altri?
Dei lividi mascherati dal fondotinta, delle urla soffocate dietro quelle tende chiuse. – Buongiorno, signora, come va? – Tutto bene, grazie – Gli occhi che sfuggono quelli del vicino per non permettere alla disperazione di venir fuori con le lacrime.
Che ne sappiamo dei completini in pizzo nero che indossa quando non c’è nessuno in casa e gli fa strano rispondere al telefono con le unghie smaltate di rosso vivo: ” Sì, sono io l’ingegnere Baricca, dica pure.”
Che ne sappiamo dei risolini soffocati degli amanti sotto le lenzuola?
Che sappiamo degli altri?
Che ne sanno gli altri di noi?
(Patrizia De Vincentis)

NON E’ UN PAESE PER VECCHI
Vagava nell’ombra, seppur tutto intorno rumori ovattati negli incontri mancati, quasi inesistenti. Nelle via della città osservava le forme indefinite nel loro avvicendarsi, avevano voci, respiri, nomi, storie.
Solitudine pura che fluttuava nell’aria lasciando cadere lacrime al suolo, scioglievano l’oscurità del cielo in acqua. Le luci delle strade davano la parvenza di vita, ma nessuno si affacciava alle finestre. La vista confondeva il senso del posto con il tempo di coprifuoco.
Inconcepibile il divenire, aveva l’immortalità incastrata nella pelle. Era un’anima dannata!
(Cristina Gangale)

LETTERA DA UNA SCONOSCIUTA
Fosse stata un’email, sarebbe finita nelle spam. Per fortuna era una lettera.
(Elisa Borgonovo)

LO SPECCHIO
Ascoltami, è importante. Ti ho visto nascere, crescere, ho visto i tuoi primi denti da latte e ricordo quando eri piccolo e cercavi di raggiungermi saltando. Ti ho visto piangere, sorridere e ho visto anche un bacio appassionato con quella che poi sarebbe diventata tua moglie. Ho visto i tuoi figli, la tua felicità e le tue disgrazie. Osservavo beffardo il tuo invecchiare crogiolandomi nel mio splendere. Ora ti guardo dal basso all’alto, il chiodo si è rotto, e la scopa che mi accompagna verso il cestino ricorda che anche io sono un mortale, come te.
(Gianluca Fontanesi)

MADRE E FIGLIO
“Quanti debiti, figliolo! Un giorno saranno tuoi”.
(Patrizia Benetti)

MEZZOGIORNO DI FUOCO
11.58..11.59..12.
La lancetta della sveglia era collegata a un filo che era collegato a sua volta alla porticina di una gabbietta che si aprì lentamente. L’inquilino, un topo, si fiondò verso il formaggio, la trappola scattò e lo proiettò in aria dritto contro un nido di vespe. L’ape regina aveva fatto il 1942 e credette fosse un’offensiva tedesca: ordinò un attacco di massa contro un mastino napoletano che a sua volta se la prese col postino. Quest’ultimo pedalò verso il porto e consegnò la lettera; la cannoniera della marina sparò. Il proiettile colpì la casa, il sussulto fece volteggiare un colombo nascosto tra le travi che perse una piuma che si appoggiò sulle narici della nonna. La sveglia tornò alle 11.58, e il processo si sarebbe ripetuto fino a quando uno starnuto non l’avrebbe svegliata.
(Gianluca Fontanesi)

MISSION IMPOSSIBLE
Alla Fabbrica degli Universi erano molto esigenti. Sceglievano i migliori e io sapevo di non esserlo. Forse, però, ero il più testardo e questo, avevo pensato, sarebbe potuto bastare. Avevo studiato anni, esaminato ogni argomento in maniera minuziosa. Ero preparato a tutto. Tutto, tranne la domanda finale.
“Ci descriva qualcosa che non esiste”, mi propose il più anziano degli esaminatori.
Provai a rispondere ma, mi resi conto, qualsiasi cosa dicessi, tutto esisteva o era già esistito. Mi alzai, ripresi il mio casco e, preso posto nella navicella, feci ritorno a casa. Piangendo.
(Maria Rosaria Del Ciello)

LA RICERCA DELLA FELICITA’
Comincia col primo pianto.
Finisce nell’ultimo respiro.
Vive in te.
(Cristina Scardigli)

ORIZZONTI DI GLORIA
“Cosa fai, papà?”.
“Quello che mi pare”, ripose l’uomo, intento a lavare i piatti
(Patrizia Benetti)

ROCCO E I SUOI FRATELLI
Uno si chiamava Ercktozlestion.
L’altro si chiamava Speterodattero..
L’ultimo si chiamava Driticilliorion…
La produzione scelse il titolo senza sentire storie….
(René Miri)

QUEL POMERIGGIO DI UN GIORNO DA CANI
C’è mancato poco.
Ci hanno provato, ma la figlia si è messa a piangere e a pregare ed è scesa dalla macchina per non lasciarmi.
Il padre le urlava di salire e di non fare i capricci. E’ sceso anche il figlio e si è sdraiato per terra, sullo sterrato polveroso
Ero come il protagonista degli spot alla tv, ho cercato di fare il mio muso più triste e mi sono sdraiato di fianco al figlio. La madre guardava altrove, immobile
Ci sono stati pianti, poi silenzio , il padre ha fatto un giro per i campi lì vicino. Qualcosa è successo , qualcosa s’è smosso: sono risalito in macchina. Quanto poco c’è mancato, in questo pomeriggio d’agosto? Forse quel che è mancato ora non mancherà la prossima volta.
(Mariella Giunta)

RITORNO AL FUTURO
Il treno sfrecciava rapido eppure all’orizzonte le montagne scorrevano lente a rovescio, una prospettiva che sapeva di minaccia, come se il suo passato non volesse lasciarlo, non importava quanto velocemente fuggisse verso il domani.
Si voltò allora indietro: il treno macinava i binari lasciandoseli alle spalle, a morire in un indistinto punto di fuga. E i vagoni di coda lo inseguivano senza raggiungerlo mai.
Sorrise ed espose la faccia al vento. Il grigio di Londra stava già divorando la campagna. C’era quasi. Il futuro che si augurava l’avrebbe poi raggiunto un giorno alla volta.
(Matteo Pisaneschi)

TEMPI MODERNI
Ieri si viveva bene con i costumi adamitici, ora si sopravvive con quelli demagogici
(Floriana Plebani)

UN POSTO AL SOLE
L’ombra non le dava un attimo di tregua, fedele segugio del suo corpo, era incollata ad ogni suo andare. Le impronte si perdevano in quel nero torpore che la sorvegliava ogni istante, la corsa per fuggire da quella che era diventata un’amica troppo invadente, sembrava esser diventata inutile. D’un tratto, gli occhi mirarono un raggio di sole riflettersi nella pozzanghera che rallentò il suo cammino, perse di vista quell’ospite straniera e saltò dentro a quel piccolo mare. Assaporò il piacevole calore di quella luce che spazzò via quell’ombra buia che la stava soffocando.
(Melissa Ci)

UN TRANQUILLO WEEK END DI PAURA
Loro non sanno, com’è quando la settimana dei vivi, dei normali, finisce. Svegliarsi, ma essere un sonnambulo. Dormire, ma essere insonne. Mangiare, ma essere sempre affamato, come un cane rabbioso, come un ratto. Paura, sempre. Qualsiasi cosa fai, dici, pensi, dietro, in fondo a tutto, c’è una paura assoluta, un’angoscia che non si può nemmeno dire, un buio che ti risucchia ogni momento. Non sanno com’è vivere con i battiti del cuore accelerati come dopo una corsa, ma sempre, ogni istante. Una nausea che chiude la bocca dello stomaco, che ti rende assetato, rivoltato, malato. Non sanno com’è guardare fuori dalla finestra e desiderare che il mondo finisca, che si ripieghi su se stesso fino a che i suoi spaventosi confini non siano più vasti del perimetro del tuo letto. Loro non sanno che è una malattia che hai portato tu, un contagio di disperazione, e durerà per sempre, fino a che tu non sparisca, e non torni il lunedì, e non sparisca io.
(Alessia Massari)

UNA VITA DIFFICILE
Fu bruco strisciante,
crisalide prigioniera
e quando fu
finalmente libera
volò incauta
verso la luce
bruciandosi le ali
(Cristina Scardigli)

BASTARDI SENZA GLORIA
Avevano scelto una villa isolata, come sempre. Come sempre avevano aspettato l’arrivo del proprietario in auto. Come sempre all’apertura del cancello automatico erano entrati armi alla mano. Come sempre erano stati violenti e determinati. Come sempre era andato tutto per il meglio. Come sempre stavano spartendosi il bottino a casa di Franco, tre giorni dopo la rapina. Mentre come sempre stavano brindando a champagne la porta fu sfondata e diverse scariche di mitraglietta li finirono. Dando un calcio al corpo esanime di Franco, Gloria disse “Luridi bastardi, fare il colpo senza di me. Ma lo sapevo che oggi sareste stati qui a dividere, come sempre”
(Graziano Gattone)

NON CI RESTA CHE PIANGERE
Infelici e salici.
(Michele Lopopolo)

L’ATTIMO FUGGENTE
“Vorrei dirti una cosa.”
“Non c’è tempo! Ho messo l’orologio avanti e il calendario indietro, a prima che tu nascessi”.
“Vorrei dirti lo stesso qualcosa, prima che sia troppo presto.”
“Non è mai troppo presto, è sempre troppo tardi. Era già tardi, anche allora”.
“No, allora era presto, e poi forse abbiamo saltato una generazione. Vent’anni sono una generazione.”
“Non so, ma non possiamo dire che tu non mi abbia visto scendere quei gradini. Non mi hai più visto risalire, vero.”
“Ti ho visto, per un momento. Era estate, era inverno. Ti ho visto, come una mano a poker. Ti ho lasciato sul tavolo”.
(Alessia Massari)

VICINI DI CASA
A malapena conosceva i loro volti.
Perché stavano sempre voltati dall’altra parte.
Quella normale e giusta.
A lei invece piacevano le sedie sbagliate, poste nella parte sbagliata.
(Deborah Campolo)

UN AMORE DI DONNA
Silente da crisalide
sei divenuta farfalla.
Voli di fiore in fiore.
Colori vite sbiadite.
Il lieve fruscio
delle tue ali
ridesta speranze
che il tempo, inesorabile,
aveva assopito.
Sei proprio una Donna,
amore!
(Carmelo Giuffrida)

STRANGE DAYS
Parlano da soli. Mi fanno tanta impressione.
Credo siano malati, tutti. Come se un’epidemia avesse contagiato uomini, donne e anche bambini.
A volte li vedi urlare nell’aria, fare strani gesti con le mani.
Ora alcuni hanno smesso di parlare e li vedi comporre strane cose su piccoli aggeggi rettangolari che prima portavano alle orecchie.
Ho tanta paura. Sono giorni strani.
Non voglio ammalarmi anche io.
Poi però penso che a novant’anni suonati non corro alcun rischio.
(Maria Rosaria Del Ciello)

VINCITORI E VINTI
Padre, ho 18 anni, sono sul Fronte Russo. Abbiamo l’ordine di non mollare un metro ai Rossi. Ma loro hanno mitragliatrici, bombe, cannoni. Noi fucili a baionetta e scarpe di cartone. Si avvicinano. Ivan lo conosco dai racconti a scuola. Ho paura. Eccoli, sento le urla. Sono appena fuori dalla trincea. Fa -28 e sento l’urina gelarsi addosso in un attimo, mentre perdo il controllo. Sparo al sergente accanto a me, e me lo tiro sopra. Ed eccoli, i Russi: prendono a calci i cadaveri, sparano in testa, per essere sicuri. Sono 65 anni che vivo col rimorso, Padre.
Dio non mi ha voluto né vincitore né vinto.
(Roy Roberto)

DIVORZIO ALL’ITALIANA
Equa ripartizione. L’uomo si attaccherà alla pena e al pene in egual misura.
(Simone Scalzini)

IL SIGNORE DEGLI ANELLI
Si ritrovò finalmente nel luccichio di un piccolo cerchio di metallo, quello che gli permise di perdersi per sempre.
(Venere Manuela Di Gladyo)

LOLITA
Marta era intelligente, però non andava bene a scuola. Non si integrava con i compagni e aveva poco tempo per studiare. Amava la poesia, ma suo padre le aveva bruciato i libri che si era comprata di nascosto.
Di sera diventava donna. Labbra laccate e abiti corti evidenziavano un corpo ancora acerbo, ma a chi pagava per servirsi di lei non interessava.
Marta non voleva crescere, la vita era troppo dolorosa. Avrebbe voluto restare per sempre bambina per sentire ancora il profumo delle rose e avere qualcuno accanto che le asciugasse il sangue versato per tutte quelle spine.
(Sonia Tortora)

SEGRETI E BUGIE
Erano nel loro eterno limbo, la forza di gravità era assente nel loro spazio, leggiadri nel cuore, soffiavano parole d’amore sul petto, per entrarvi.
Erano le loro catene e la loro prigione, entrambi, erano aria e cielo, uno la custodia dell’altro.
Custodivano a vicenda segreti e bugie, aprivano lembi di pelle per nasconderli, ricucivano lo strappo con le labbra. Punti di sutura invisibili facevano sgorgare lacrime, nella loro lontananza.
Vincitori del loro amore, vinta la loro anima inquieta, consapevoli che mai avrebbero potuto viversi al sole, mai avrebbero potuto separarsi.
Cristina Gangale

PINOCCHIO
– Cara, ti presento mia madre!
– Piacere!
(Sonia Tortora)

QUASI AMICI
Una sincronia perfetta accompagnava l’incontro dei loro sguardi. Muti, ascoltavano il silenzio che li circondava. Mescolati in un abbraccio, danzarono sotto a quel albero sulla collina. I loro gesti ritmarono il battito di un cuore che si andava plasmando all’interno di un sentimento nuovo capace di dipingere il loro mondo.
(Melissa Ci)

LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI
Ogni volta mi sveglio urlando, madido di sudore. Mi sveglio con un senso di mal di testa opprimente. E’ tutto buio, e avverto odore di fiori. Il cuscino sotto la testa è fradicio. Passo la mano sul viso e sono rasato, io, che ho la barba. E, quando la mano percorre a 10 cm sopra la mia testa la lastra, e l’altra incontra i fiori al bassoventre, capisco. E urlo, urlo, urlo…Mi capita quasi ogni settimana, da quando abbiamo esumato mio nonno. Lo abbiamo trovato riverso. E vago, veglio per giorni. Col terrore di finire anch’io morto, vivente.
(Roy Roberto)

L’UOMO CHE AMAVA LE DONNE
Il mio funerale ideale, Epitaffio:
“Dovetti lasciare il lavoro a metà. Scusate”.
(Francesco Tàmmaro)

THE SOCIAL NETWORK
“Ho quasi mille followers, ricevo decine di tweet al minuto. Sulle mie pagine fioccano i like e i miei post sono tra i più condivisi del web. Mi taggano amici di ogni angolo del mondo, non riesco nemmeno a visualizzare tutte le notifiche. Per non parlare dei messaggi privati e le richieste di amicizia! Ho decine di blog seguitissimi; pensa: mi hanno eletta blogger dell’anno. E i miei tutorial interdisciplinari sono quasi leggenda, per non parlare dei forum e le chat… ”
“Scialla, nonna! E, per favore, schiodati da quel pc, ogni tanto! Mi serve per fare i compiti!”
(Anna Rita Foschini)

FINE

“Multisala Antonio Fogazzaro”: CIAK SECONDAAA!!!

“MULTISALA ANTONIO FOGAZZARO”, CIAK SECONDAAA!!!

A QUALCUNO PIACE CALDO
“Dannazione, Anna! Quante volte devo dirtelo che il caffè mi piace caldo? Lo voglio bollente! Capisci questa parola? Bol-len-te!”
Anna si chiede cosa l’abbia indotta a sposare l’odioso individuo che le strilla in faccia, deliziandola con i miasmi dell’alito pesante. Annuisce e mormora una scusa. Gli dà le spalle, per non ridergli sul muso. Mentre riempie ancora la moka pensa che quella parola la capisce benissimo. Bollente è la bocca di Fabio appiccicata alla sua, bollenti sono le sue mani, bollenti le frasi che ansima mentre fanno l’amore. Fabio: il suo amante. Suo marito non capisce un…
(Anna Rita Foschini)

ACCADDE UNA NOTTE
Un girasole, innamorato d’una stella, chiese al sole di tardare.
(Maruzza Dardanoni)

LES AMANTS
Lui scendeva le scale con il cuore in gola.
Il 23 arrivava in lontananza, che coincidenza pensò, ancora 23 minuti e le mie mani sfioreranno le sue, salì al volo sul tram e cominciò a sognarla.
Lei scostava una ciocca che le accarezzava il viso, con impazienza aprì la portiera del taxi e si accomodò con le gambe unite e tremanti, un filo di voce sussurrò l’indirizzo, il suo sogno era dietro l’angolo.
(Paolo Amato)

AMARCORD
Un dolce ricordo di me bambino nella casa dei miei nonni. Quel profumo nostrano al risveglio. Il ragù già sul fuoco alle prime ore del mattino. Sussurri di sottofondo. Il piccolo ospite si doveva svegliare lentamente. Aprivo gli occhi già carichi di vita e correvo subito fuori a consumare la più dietetica ma allo stesso tempo più energetica colazione. Un salto sull’erba ancora intrisa di rugiada, il solito cespuglio a farmi da divano e lo sguardo al cielo per nutrirmi di azzurro e rondini.
(Simone Scalzini)

AMICI MIEI
Quando ci conoscemmo, amici cari, giovani, bellocci e un po’ somari, pensavamo che la vita fosse un gioco, uno sberleffo e che durasse poco. Adesso che gli anni sono trascorsi e alcuni tra di noi son calvi o bianchi, vi guardo e penso che il dolore, che in agguato ci ha teso tranelli nel passato, l’abbiamo preso in giro per benino e che questa vita è durata… il tempo giusto per l’amore, l’amicizia e una ballata!
(Sandra Giordano)

BIANCANEVE E I SETTE NANI
Non era per niente una ragazza seria.
Ne aveva uno per ciascun giorno della settimana!
(Olga Pervenuti)

CARO DIARIO
Caro diario, ho da darti una notizia bella e una brutta. La bella è che oggi finalmente uscirò per la prima volta con Francesco, il ragazzo che sogno da tutte le notti da cinque anni a questa parte. La brutta è che mamma ha scoperto che non mi piacciono le donne.
(Anna Rita Lisco)

CASABLANCA
The Director’s “cut”.
(Eleonora Desiderio)

EVA CONTRO EVA (peccato c’era Adamo)
Stavolta la mia idiozia poteva scatenare un vero putiferio, un appuntamento alla stessa ora nello stesso luogo a due donne distinte. Avevo solo un maledetto vizio, cercavo le mie compagnie femminili tutte aventi lo stesso nome: Eva. Fremevo al pensiero, magari amavano qualcosa di diverso, solo cosi potevo evitare il linciaggio.
All’appuntamento non arrivai mai, un certo Adamo marito di una delle due mi aspettava sotto casa.
<< Dottore lo ingessiamo il braccio?>>
<< Prima la gamba infermiera>>
(Maurizio Spreghini)

IL BUONO IL BRUTTO E IL CATTIVO
Il buono era che la amava.
Il brutto che viveva con un’altra.
Il cattivo… il cattivo era lui. Non sapeva scegliere di vivere e le faceva morire entrambe.
(Segreto D’Animale)

IL MUCCHIO SELVAGGIO
C’era negli occhi della gente una durezza che non s’era mai vista.
Uscire dalla fila era pericolosissimo. Una poveretta era inciampata, aveva perso l’equilibrio e il fiume di gente l’aveva calpestata senza nessuna compassione. Proprio le donne erano le più cattive, una parola fuori posto e poteva scatenarsi una lite furibonda. Le borse diventavano clave nelle mani di quelle invasate.
Il sorvegliante, da lì a un minuto, avrebbe aperto le porte del centro commerciale il primo giorno dei saldi.
(Patrizia De Vincentis)

L’ODIO
Odio la supremazia dei carrarmatini blu.
A Risiko non gioco più!
(Patrizia Benetti)

L’UOMO CHE NON C’ERA
… arriva, come se niente fosse si mette a parlare di niente.
E’ vicino come un brivido.
Io gli rispondo, guardando con occhio arricciato dal riverbero del sole, cercando un modo distratto: “potresti spostarti che mi fai ombra?” “si, certo…”
Non finge più, si gira e se ne va. Rimango di nuovo con me stessa, con un crampo di nostalgia allo stomaco e una tremenda incazzatura nei nervi.
Nella mente, molto e il suo nome e ancora il modo dolce in cui lo chiamavo.
Alzo il mento verso il sole, scotta, mi serve per scaldarmi, ci sono 35 gradi, ma io sento freddo guardando il mio mezzo sogno andarsene con le sue lunghe gambe.
(Brigitta De’Tempi)

LA BELLA E LA BESTIA
Un giorno, Bella decise di fregarsene dei pettegolezzi altrui.
Urlò nel bosco la sua protesta, lasciando bisbigliare la foresta.
Scelse Bestia per la sua valenza, oltre l’apparenza.
Avevano entrambi un cuore speciale, capace di amare.
La loro differenza, forse solo un sortilegio da azzerare.
Toccava a lei creare il suo personale lieto finale.
Perché limitarsi a sognare, rinunciare, non tentare?
Brillava in cielo curiosa la luna, mentre le stelle stavano a guardare.
(Marina Paolucci)

LA CADUTA
AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH…
SPLAT!
(Maurizio D. Capuano)

LA GRANDE ABBUFFATA
Di luce e di gioia,
di sorrisi inaspettati
di primavera, finalmente.
Di te.
(Maura Marini)

LA VITA E’ MERAVIGLIOSA
La maggioranza degli uomini e delle donne che vedo,
si fanno piccoli sotto gli ombrelli e sbrigano i passi; sembra che pensino che l’acqua li potrebbe far disgregare come statue di creta.
E’ ora uscito dallo spigolo di mattoni un ragazzo; sembra che non gli importi della pioggia, cammina tranquillamente e le braccia dondolano; forse fischietta, magari ha ricevuto una bella notizia, forse ha una nuova ragazza o forse pensa solo che la vita sia meravigliosa, anche quando piove.
(Lucio Freni)

LE VITE DEGLI ALTRI
Ah, quante vite da vespa! Fertili, ma non regine.
(Anita e Numa Perfumo)

NON E’ UN PAESE PER VECCHI
Pellicola proiettata solo dopo aver sistemato tutti i cateteri sulle poltroncine.
(René Miri)

LETTERA DA UNA SCONOSCIUTA
Senti, ho fatto già le valigie da un po’ ma non credo t’importi qualcosa. Vivevo dentro di te in uno spazio che era vacuità; ora, so che sei stato tu. Timer, detonatore, qualcosa hai premuto; credimi, mi sento patetica ma ho un senso di colpa che non riesco a estinguere, avrei dovuto impormi. Un giorno patirai le pene dell’inferno, lo sai questo, vero? Sarò li a guardarti assieme a un angelo che aveva otto anni, e probabilmente non riusciremo neanche a ridere di te.
Con stima alcuna,
La tua coscienza.
(Gianluca Fontanesi)

LO SPECCHIO
Amico leale: nessuna bugia mentre ti guarda togliere la maschera.
(Odalisca Delle Febbri)

MADRE E FIGLIO
Speranza, paura, dolore.
Poi un pianto:
è la gioia,
la vita.
È crescere insieme
in una spirale di
speranza, paura,
dolore, gioia.
E sei madre
e sei figlio
per sempre.
(Cristina Scardigli)

MEZZOGIORNO DI FUOCO
Il sole splende a picco feroce, facendogli luccicare la fronte. Un rivolo di sudore gli scorre lento sul volto e poi esplode sulle labbra strette in una smorfia. Kane assapora quel sapore pungente: non è niente in fondo rispetto all’amarezza dell’abbandono.
Il vento spolvera silenzioso la strada deserta. Nemmeno il fuoco del mezzogiorno può scongelare quell’attimo cristallizzato di attesa.
Poi, vicino, un treno fischia. Il tempo torna a scorrere. L’orologio del comune ticchetta veloce verso lo zenit. È quasi ora. Kane accarezza la pistola bruciante e si prepara alla resa dei conti.
(Matteo Pisaneschi)

MISSION IMPOSSIBLE
Principe concedimi in dono
La tua spada lucente
Voglio uccidere il Drago
sventrare il mistero dei mille serpenti
Un giorno ho incontrato il Vecchio Mago
Ha spento i colori del giorno
anche il sole ha avuto paura
senza far per cent’anni ritorno
Non basta la forza dei miei giovani anni
A portare ristoro agli affanni
Nell’assenza di luce ho vegliato
e quando gli occhi si son chiusi stanchi
“son passati cent’anni e mi manchi” ho gridato
Ecco svelato il mistero
I serpenti s’avvolgono a cerchio
Tutto finisce all’inizio
Grazie Principe strano
hai giocato con me questa mano!
(Marina Lorena Costanza)

DA QUI ALL’ETERNITA’
Finalmente passato il confine, toccata la terra promessa. Ho le scarpe bucate e senza stringhe e sono la cosa migliore che indosso. Questi stracci informi se la ricorderanno in eterno, la fame e la sete, l’alito di terrore e speranza respirati questa notte.
Ho una piccola foto di mia madre nel sacchetto. Si è sporcata delle briciole di carne secca rimaste attaccate alla plastica.
(Mariella Giunta)

LA RICERCA DELLA FELICITA’
Continuerà sempre ad essere una “ricerca”.
Poiché è solo una parola.
Niente altro che lettere scritte vicine.
A formare una parola.
(Deborah Campolo)

ORIZZONTI DI GLORIA
Tutta questa valle, dai tuoi piedi fino all’Orizzonte, Gloria, un giorno sarà tuo!
(Marcello Perugia)

ROK E I SUOI FRATELLI
È Albanese, vive in Italia da sempre. Ricorda l’arrivo di Edrin e Ana, tre anni meno di lui, e dei piccoli Imir e Mat: i suoi fratellini del cuore. Lui è grande, ha dodici anni, e li protegge come può dal bastardo che si spaccia per lo zio. Li ha comprati e li tratta come schiavi: se non portano abbastanza soldi, sono cinghiate. Rrok ha sempre stretto i denti, ma l’angoscia che ha letto negli occhi di Ana, stasera, è troppo anche per un duro come lui. Ha capito che è successo “quello”. Lo zio dorme nella roulotte, ubriaco. Rrok fa cenno ai bambini di uscire. Accende il fiammifero e dà fuoco alla benzina.
(Anna Rita Foschini)

QUEL POMERIGGIO DI UN GIORNO DA CANI
………provate una giornata da agnello nel periodo di Pasqua
Ho deciso di scrivere questa lettera per mettervi a parte delle mie decisioni. Con voi non sto più bene, devo allontanarmi per un po’perché voglio lasciare libera la mia vera natura, che so a voi non piacere, desidero vivere senza orribili vestitini, mi sento troppo ridicolo, ambisco a non aver più nessun tipo di costrizione fisica, e non voglio essere trattato da bambino, non lo sono!!! Sono solo desideroso di vivere: QUEL POMERIGGIO DI UN GIORNO DA CANI, e non torno a casa
Lassie
(Floriana Plebani)

RITORNO AL FUTURO
Il Presente chiede un aiuto al Passato.
Quest’ultimo ritorna sempre al Futuro.
(Luca Maio)

TEMPI MODERNI
Ieri, dopo lunga meditazione, ho deciso di chiedermi l’amicizia in FB… Sono passati due giorni ma ancora nessuna risposta… mi sono pure sollecitato su Twitter… Sarà per via del conflitto interiore? Stasera quando mi specchierò mi chiederò spiegazioni. Non vedo motivi validi per rifiutare una richiesta tutto sommato plausibile. Ma non mi illudo e non vorrei dare nulla per certo: lo sdoppiamento della personalità, consultando come si deve la carta d’identità, potrebbe sparire per incanto.
(Mario Bortot)

UN POSTO AL SOLE
Il silenzio sbatteva sul viso come la Bora, schiaffi vacillavano fra pelle e certezze, gli occhi chiusi per proteggere ciò che rimaneva. Non vedeva, così, il dolore sull’altro viso: la osservava dentro il letto in quella stanza semibuia. Aveva nuvole scure di temporale ai lati degli occhi, le accarezzava con le dita quando qualche goccia bagnava le ciglia, doveva essere coraggiosa ed accettare. C’era bisogno di sole e di vita in entrambe. Controllò la linea sul monitor, erano troppe le volte che il picco innalzava il timore. Sulle gote sale sciolto, sussurrò che il sole sarebbe tornato.
(Cristina Gangale)

UN TRANQUILLO WEEK END DI PAURA
Loro non sanno, com’è quando la settimana dei vivi, dei normali, finisce. Svegliarsi, ma essere un sonnambulo. Dormire, ma essere insonne. Mangiare, ma essere sempre affamato, come un cane rabbioso, come un ratto. Paura, sempre. Qualsiasi cosa fai, dici, pensi, dietro, in fondo a tutto, c’è una paura assoluta, un’angoscia che non si può nemmeno dire, un buio che ti risucchia ogni momento. Non sanno com’è vivere con i battiti del cuore accelerati come dopo una corsa, ma sempre, ogni istante. Una nausea che chiude la bocca dello stomaco, che ti rende assetato, rivoltato, malato. Non sanno com’è guardare fuori dalla finestra e desiderare che il mondo finisca, che si ripieghi su se stesso fino a che i suoi spaventosi confini non siano più vasti del perimetro del tuo letto. Loro non sanno che è una malattia che hai portato tu, un contagio di disperazione, e durerà per sempre, fino a che tu non sparisca, e non torni il lunedì, e non sparisca io.
(Alessia Massari)

UNA VITA DIFFICILE (dedicata a chi veramente l’ha vissuta)
A MIO PADRE
L’urlo delle bombe
Le carni straziate
Le fughe gli spari la morte
La neve chiazzata di sangue
Il sangue e le schegge
Confitte nel perone
Con tre, tre ufficiali tedeschi
Fu fatto lo scambio
I fascisti ti volevano morto
Vivo la pace per il tuo valore
Per ricordo ho due medaglie
Qualche foto, degli appunti
Il tuo sangue nelle vene
Peccato non essere stato te
(Graziano Gattone)

BASTARDI SENZA GLORIA
L’uomo la prese per mano e le disse che sarebbero andati a casa insieme.
– Ma io non ti conosco.
– Sono un amico della tua mamma, non avere paura.
La bambina non era convinta, ma distratta dalla magnifica bambola che l’uomo le regalò alla fine era salita su quell’auto nera della morte.
(Sonia Tortora)

NON CI RESTA CHE PIANGERE
Una perla, dopo aver solcato il tuo viso, cade sul biglietto tra le pagine del libro proprio mentre lo chiudi. Si spande tra la pagina superiore e la busta che contiene le parole d’amore. Tu non vedi ma la tua perla si è fusa con le ultime due lettere della parola Amore sciogliendo l’inchiostro con cui erano state vergate. Le tue parole soffiate con passione corrono lungo l’invisibile filo argenteo che lega i nostri cuori, non riesco ad ascoltarne le sillabe ma ne percepisco il suono. Lo sento, mi brucia.
(Ugo Cavaterra)

L’ATTIMO FUGGENTE
Beh? Allora ce la fai o no? Sai dove sono, sai “come” sono. Mi hai perfino descritto, come un personaggio Pirandelliano, tratteggiato come Renoir col suo folle oggetto di desiderio, “Esmeralda che balla nuda”, eppure… non mi cogli. Cosa ti succede Uomo? Senza catturarmi non ti senti ancora al centro esatto dell’Universo? Non ti basta gareggiare con Dio. Tu, vuoi, devi vincere. Ma io sono un attimo, ed un attimo è un infinito di infinitesimi. E nell’infinito ti perdi. Forza, sono qui, io ho Tempo “da sempre e per sempre”. Non ho fretta, ti aspetto.
Tuo ( per modo di dire) Bosone di Higgs
(Roy Roberto)

VICINI DI CASA
Milano, anni sessanta.
D’estate si viveva con le porte aperte sul pianerottolo, alla ricerca di un refolo d’aria. Le mamme cucivano sulle seggioline e i bambini giocavano per le scale.
In inverno, venivano chiuse solo le porte a vetri interne, in genere senza chiave. Il pianerottolo veniva attraversato molte volte, per chiedere il prezzemolo, o per portare la spesa fatta a chi non poteva uscire. E quando si cucinava qualcosa di speciale, lo si offriva in assaggio ai vicini di casa.
(Elisa Borgonovo)

UN AMORE DI DONNA
La sua sensibilità riusciva a conquistare chiunque avesse modo di conoscerla bene, e chi la conosceva non poteva fare a meno di apprezzarne le numerose qualità di alto valore morale. Eppure la vita non era mai stata generosa con lei: quante amarezze e quante sofferenze a causa di quel suo aspetto particolare. Per fortuna, dopo un po’ che le stavi accanto, non vedevi più il suo aspetto esteriore ma soltanto “un amore di donna”. E pensare che quando era nata l’avevano chiamata Luigi.
(Giusi Corrao)

STRANGE DAYS
Il vento spirava nei tuoi capelli. Odor di sabbia sentivo nella tua pelle. I giorni trascorrevano stranamente insieme a te. Ascoltai mille volte e ancora mille volte, ” strange days “. Il nostro pezzo di quei giorni strani ma piacevolmente armoniosi di un emozione chiamata Amore.
(Luca Maio)

VINCITORI E VINTI
Non c’erano vincitori né vinti in quel luogo. Solo la fusione momentanea di due anime, che si rispecchiavano nello stesso sorriso.
(Venere Manuela Di Gladyo)

DIVORZIO ALL’ITALIANA
Fastidioso ed insistente il suo roco vociare, incomprensibile agli sconosciuti.
Troppa la facilità con cui gli escono parole.
E’ solo un blaterare! Non doloso ma pur sempre fastidioso.
Ora ho un mezzo di rottura che non cambierà la sua natura
Ma portando lo scompiglio, sarò lontana da lui un miglio.
Se le tenga le parole, ché da lontano mi stanno più a cuore.
(Vittoria Alices)

IL SIGNORE DEGLI ANELLI
In tutta la sua vita otto matrimoni, seguiti da altrettanti divorzi, di cui quattro all’italiana, uno alla olandese, uno alla tunisina, uno alla tedesca ed uno alla giapponese. Proprio perché non aveva pregiudizi razziali quando amava, non per altro.
S’era invaghito, fidanzandosi, di ben 19 donne.
Fu amante segreto di 27 spasimanti.
Innumerevoli, storie di sesso senza amore.
Con tutti gli anelli donati,
poteva farsi una catena dell’amore senza legami,
imprigionato com’era dal suo egoismo anaffettivo.
(Michele Lopopolo)

LOLITA
Al telefono.
Voce da Bambina.
Parole da Donna.
Provocazioni da Amante.
(Wilhelmina Vagante)

SEGRETI E BUGIE
Un altro anno si è aggiunto sulle spalle di quel corpo che cambiava colore proprio come fanno le stagioni. In ogni medesimo minuto era sole, luna, stelle, nuvole, pioggia, vento, foglie in movimento. Un segreto attorno a quel tempo che correva troppo in fretta, un bugia nascosta dentro ad un numero apparentemente certo. Oggi è aprile, oggi è ieri, oggi è domani, oggi è poi.
(Melissa Costi)

PINOCCHIO
Appena si svegliò il ragazzo sentì uno strano dolore alle gambe e un insolito prurito sul viso.
– Mamma, sto male! – gridò.
La madre entrò in camera e lo osservò con attenzione. Aveva i pantaloni del pigiama che lasciavano scoperta la metà abbondante dei polpacci e una leggera peluria gli ombreggiava le gote.
Sorrise, la madre.
– Niente paura, caro. Stai crescendo…
(Maria Rosaria Del Ciello)

QUASI AMICI
Caldo. Buio avvolgente. Rumori attutiti. Comodo. Accogliente. Pace.
Improvvisamente tutto si stringe, comprime, spinge fuori. Luce che incendia gli occhi. Aria che scotta i polmoni. Grida. Freddo. Aiuto!
-Femmina, ore 15.12 complimenti signora sta bene!-
Insomma… non sto proprio benissimo. Addio per sempre posticino dolce e ccogliente. Ormai eravamo diventati quasi amici.
(Chiara Rigamonti)

LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI
“Caro zombie… non ti rassegni vero?!”
“Scherzi?!? Ho puntato tutto su talk-show scandalistici tipo quelli condotti da Barbara D’Urso o Bruno Vespa: credimi! Non ho un momento di pace! Ho più notorietà adesso che quando ero all’apice! Il morto, fa sempre audience…”.
(Francesco Tàmmaro)

L’UOMO CHE AMAVA LE DONNE 3D
Nella versione con occhialini e occhiaie.
(René Miri)

THE SOCIAL NETWORK
“Vedi, amico mio, devi immaginare Facebook come i vecchi viaggi in treno: tutti parlano e raccontano, ma, quando il viaggio finisce, ognuno va per la sua strada”
(Carmelo Giuffrida)

“Multisala Antonio Fogazzaro”, CIAK PRIMAAA!!!

MULTISALA ANTONIO FOGAZZARO”, CIAK PRIMAAA!!!

A QUALCUNO PIACE CALDO
Era stanca della solita vita. Non sopportava più questo morire vivendo. Così decise. Afferrò al volo la borsa e la giacca di pelle e saltò in macchina. Con foga si tuffò nelle strade del tramonto invernale, fuoco che brucia l’aria rendendola colata d’oro. Il pulviscolo della vita consumata si levava in una danza folle attorno all’auto che scorreva veloce sul litorale. Il mare, quel mare era l’unica cosa che le dava ancora respiro. Posteggiò di traverso e si gettò vestita nell’acqua ghiacciata. A qualcuno piaceva caldo, a lei no, lei lo preferiva gelido, come la sua vita.
(Segreto D’Animale)

ACCADDE UNA NOTTE
L’idea di te si fece materia.
Quel bacio in strada era vero, reale.
Paradossalmente mi strappasti dalla realtà, per portarmi nel sogno.
Un bacio che mi donò leggerezza. Volteggiai con il cuore, la mente confusa.
Accadeva che le mie emozioni si fondevano alle tue.
Sguardi imbarazzati ci seguivano, ma noi sorridevamo.
E così quella notte accadde che divenne giorno, un nuovo giorno per noi.
(Vera Castellucci)

LES AMANTES -LA MIA DONNA PIANGE.
Non dico mai “la mia donna”, non le piace.
Sono donna anch’io ma non capisco.
E la carnalità?
La trasgressione?
Non mi bacia in pubblico né vive con me.
Dubito del suo amore per ricevere attenzioni.
Dubito della sua omosessualità; lei ne ride e lascia il dubbio al suo posto.
Uso Ugo per sfogarmi, da’ peso alle mie parole, mi da’ corda.
Lei ancora piange
Asciugo lacrime che vorrei per me.
Costante voglia di lei, femminilità ossessionante.
Vorrei ferirla ma lei mi parla.
Ti lascio- mi dice.
Tutto diventa dolorosamente chiaro.
Non è amore, lei lo sa.
Piove mentre mi allontano dalla sua vita.
(Vittoria Alices)

AMARCORD
Fotogrammi, lividi nella memoria.
Tatuaggi fatti con speciali inchiostri.
I ricordi.
Riversi e rivoltati dentro nere voragini.
Dentro specchi che risplendono sempre.
Graffiati, ripassati d’acqua quando ritorni a vederli.
La mente ha gli occhi grandi.
(Deborah Campolo)

AMICI MIEI
Lo so di avere una faccia da schiaffi.
Non per nulla in treno viaggio sempre gratis.
(Graziano Gattone)

BIANCANEVE E I SETTE NANI
La madre muore nel darla alla luce; suo padre sposa una donna che la odia e che cerca di ucciderla assoldando un cacciatore subumano; non stupitevi se ha preso la strada sbagliata, finendo ad assecondare i suoi istinti più bassi: Biancaneve e i sette nani.
(Maurizio D. Capuano)

CARO DIARIO
Caro diario, oggi mia madre mi ha svegliato alle otto preoccupata, ma gli ho subito fornito tre validi motivi per non andare a scuola oggi: è noiosa, gli alunni mi prendono in giro, gli insegnanti non mi danno retta. Ma mia madre mi ha obbligato con altre tre motivazioni: “Primo: è un tuo dovere! Secondo: hai 45 anni. Terzo: sei il Preside!”
(Mauro Sighicelli)

CASABLANCA.
Partii un po’ timoroso, tornai rilassata.
(Gianbattista Castellucci)

DA QUI ALL’ETERNITA’
Sono pochi passi, che dividono la Storia, che contraddicono il passato. Un respiro trattenuto, seguito da sbuffi di alito caldo e da un suono di locomotiva in corsa. Prima di iniziare a sudare sarò già eterno. Seguimi con lo sguardo, se puoi: quando rialzerò la testa sarà per sempre. Perché da qui all’eternità ci sono solo cento metri e dieci secondi che cambiano il mondo.
E ci sono un’anima e un cuore che batte come tutti gli altri.
Forse un po’ più forte.
(Raffaele Marra)

EVA CONTRO EVA
“Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?” Da piccola, Eva, davanti allo specchio cantava questa filastrocca.
Ora guarda, in silenzio.
Guarda la pancia, sempre più tonda, sempre più gonfia.
I polpacci, che sembrano aumentare di volume ogni ora.
Il sedere: sporgente, pare quello di un ippopotamo.
Le braccia, così molli, cadenti, grosse.
Enormi.
Tutto è enorme.
Grosso.
Grasso.
Che schifo. Eva si dirige verso il water, trascinando i suoi 30 kg.
Ora va molto meglio.
(Chiara Rigamonti)

IL BUONO IL BRUTTO E IL CATTIVO
Erano esattamente la stessa persona, ma non contemporaneamente. La sua natura si manifestava a seconda della situazione del contesto. Il suo aspetto era comune, ma ad alcuni appariva bello, ad altri brutto e ad altri ancora cattivo, e non solo. Era “Uno, nessuno e centomila”
(Giusi Corrao)

MUCCHIO SELVAGGIO
Luci soffuse. Quasi buio.
Sei Manuel o Gabriella?
(Michele Lopopolo)

L’ODIO
Mezzanotte. Fuori è freddo.
Affondi il viso dentro quel minuscolo ritaglio di specchio rotto dal fragore dei bombardamenti.
Che immagine ha l’odio che ti partorisce in grembo?
Guance imbronciate e due cerchi scuri a contornare gli occhi di fanciulla.
Il cuore è in subbuglio e la testa pulsa, quasi a scoppiare.
Tanti fratelli cresciuti come te all’ombra dei bulldozer di Gaza. Poche ore ancora e tutto sarà fatto. Ma tu non hai paura. Indosserai la tua cintura di castità e ti farai esplodere per le vie di Gerusalemme. Perché la vita è dolore. Non conosci l’amore. Ma presto il mondo parlerà di te.
(Luca Zappalà)

L’UOMO CHE NON C’ERA
In disparte osservava occhi avidi di curiosità rapire l’ immagine di quell’uomo che abbandonavo il suo mai posseduto corpo.
Un “lui” che sentiva di esistere solo sulla carta scritta da burocrati. Un “lui” inconsapevole, che si affidava all’orchestrare di mani che si sfiorano in gesti conosciuti e consumati, per essere, e non sembrare più.
Socchiuse gli occhi, chiuse la mano a pugno ad afferrare l’attimo e, nella sospensione farmacologica della coscienza e del tempo, attese.
Dischiuse gli occhi, ritrovò il rumore del suo cuore, sorrise sfiorandosi: finalmente apparteneva a se stessa!
(Stefania Ruggiero)

LA BELLA E LA BESTIA
Anna è una donna dai capelli biondi,
occhi chiari e un fisico da favola.
Zanna Storta, un cane dal pelo nero e dai grandi denti.
Ogni sera
Alla stessa ora
Anna, l’amata padroncina si trasforma in bestia chiudendo la bellissima cagnolina dai denti storti dentro uno scatola fino all’alba del nuovo giorno.
(Sabatino Simonicca)

LA CADUTA
Erano più di mille.
Un esercito che avrebbe fatto invidia a Garibaldi.
Fieri nel loro abito rosso, fedeli alla loro terra natia.
Si muovevano all’ unisono, incontro alle intemperie.
Un nemico imbattibile ed un destino segnato li colpì.
Caddero, inesorabilmente, uno dopo l’altro.
Nemmeno il gusto di leggere le loro gesta?nei libri di storia.
Mai caduta fu più inutile dei miei capelli.
(Paolo Amato)

LA GRANDE ABBUFFATA
Poesie, favole, racconti , romanzi, scritti, parole, pensieri, lettere, gioia, amori, ricordi , solitudine, piangere, ridere, sorprendere, emozionarvi …
(Luca Maio)

LA VITA E’ MERAVIGLIOSA
La notte di Violet e’ colorata: luci da ribalta e buio di coscienza. Desiderio e profumo: tentazione e perdizione.
La mia notte che anticipa il Natale e’ voglia di scappare, di andare anzi: e’ l’assoluto, l’indicibile: voglia di non esserci mai stato…mai esistito…mai nato!
Io sono quotidianità che strozza, rincorse e affanni e l’infinita disponibilità di tutti i George Bailey del mondo.
Finché … Un angelo, vestito da passante ricorderà a Modugno come si scrive una canzone: MERAVIGLIOSA come la vita.
(Mirco Mazzini)

LE VITE DEGLI ALTRI
Da piccolo si preoccupava sempre delle vite degli altri
Donò la sua vita per gli altri !
Un giorno capì che lui era diventato ” GLI ALTRI”
Ed era solo…
(Poesia, Arte & Musica)

NON E’ UN PAESE PER VECCHI
Occhiali da presbite, settimane enigmistiche, dentiere a prova di torrone, apparecchi acustici anti isolamento, creme dell’eterna giovinezza, poltrone col telecomando anti rovesciamento tipo tartaruga sul guscio, mutande per nonne incontinenti che vanno in bicicletta con aderentissimi pantaloni bianchi, erano tutte cose sconosciute. Nessun pensionato controllava i lavori nei cantieri, le chiese e le sale Bingo erano deserte, non c’era coda alle poste i primi del mese e le pasticcerie servivano a postine strafighe solo torte di noci e lamponi.
(Milena Milani)

LETTERA DA UNA SCONOSCIUTA
Lectori Salutem
(Floriana Plebani)

LO SPECCHIO
Era sempre stato cattivo con lui. Cercò di ricordare un solo gesto gentile di quell’uomo che adesso giaceva privo di vita a terra. Lo assaliva un inspiegabile senso di colpa ed inquietudine appena pensava di aver ricordato quel solo gesto, ma lo eludeva dicendosi che era tutta colpa dell’età che avanzava appannando la memoria. La realtà era che lui gli aveva fatto male già ancor prima che nascesse, quando aveva osato invadere il suo spazio amniotico. Era ciò che meritava. Lavò via il sangue dalle mani, ma inorridì accorgendosi che quell’uomo era ancora vivo nel suo riflesso allo specchio.
(Annalisa Mannuzza)

MADRE E FIGLIO
Ricordo i tuoi occhi, posati sui miei. Ricordo che mi leggevi, senza possibilità alcuna di bluff.
Alla mercé tua: bastavano gli occhi.
Poi, crescendo, hai la fortuna di prendere in braccio per primo i tuoi figli, sentirli tremare per lo sbalzo termico; e senti la consistenza, il peso, la voce di un sentimento che, piano, è cresciuto dentro. Ma ho sempre provato l’invidia del “grembo”, quella forse non codificata da Freud. Perché “padre” è bello. Ma “madre” è un privilegio. Sentire crescere non solo nel, ma anche sotto il cuore un atto d’amore. Mi mancano gli occhi, ma quelli di non essere madre.
(Roy Roberto)

MEZZOGIORNO DI FUOCO
Un incontro fugace, e impetuoso. Il sole trafigge le veneziane abbassate , leggermente oblique. Il rumore delle sedie spostate, dei fogli sparpagliati, il morso della distanza che diviene insopportabile, e tutto diventa febbre.
Eppure, di quegli attimi ardenti si potrebbe raccontare con dolcezza lo sfiorarsi e poi il divorarsi e poi il respirarsi piano in silenzio.
Poi è quasi ora di pranzo, giusto il tempo per un panino veloce.
(Mariella Giunta)

MISSION: IMPOSSIBLE
Questo post, si autodistruggerà tra cinque secondi…
(Eleonora Desiderio)

LA RICERCA DELLA FELICITA’
I notturni richiami
di sentinelle alate
Risuonano
di stella in stella
e segnano il cammino
negli spazi interdimensionali
all’onirico viaggiatore
che è alla ricerca della felicità
(Ugo Cavaterra)

ORIZZONTI DI GLORIA
Prove che inaspettatamente
si raggomitolano
ai miei piedi.
Guardo oltre.
(Maura Marini)

ROCCO E I SUOI FRATELLI
Quando ancora non era diventato di moda per via di Madonna, Rocco era un nome del sud.
Quando Milano era accogliente con gli immigrati e le loro famiglie.
Quando Visconti girava in bianco e nero.
Quando i film del neorealismo italiano erano capolavori.
(Elisa Borgonovo)

QUEL POMERIGGIO DI UN GIORNO DA CANI
Boston, 15/04/2013
A poco, papà avrebbe tagliato il traguardo.
Entusiasmo, folla e fiumi di gente… Una linea da superare,
Un boato.
Le urla di gioia si trasformano in terrore.
Avevi solo otto anni.
(Olga Pervenuti)

RITONO AL FUTURO
Io ritornerò
Tu ritornerai
Egli ritornerà
Noi ritorneremo
Voi ritornerete
Essi ritorneranno.
(Marcello Perugia)

TEMPI MODERNI.
Affonda, mentre la mente affronta.
(Stefania Faber)

UN POSTO AL SOLE
Il primo sole vero uscì ad aprile. Sui sassi bianchi del giardino apparve, fiacca, la lucertola. Il passare di una nuvola rinfrescò le cose e l’innocuo rettile, a testa alta, si ritrasse a scatti sfuggendo alla grande ombra terrestre. I tulipani gialli e rossi, ghiotti di luce e dai volumi ormai perfetti, si mossero col vento. Poco più in là, sopra una balza murata a secco, un ramo di ciliegio esplose silenzioso nel bianco vivo dei suoi primi fiori. E sotto un olivo, a goder della luce piena e sincera del sole, una coppia di vecchi, rugosi e sereni, seduti assieme sul duro legno della vecchia panca.
(Mario Bortot)

UN TRANQUILLO WEEK END DI PAURA
Viene lo sabato! Diamo initio a li riti saturnali.
Purificar lo corpo e li capeli con la potione schiumogena.
Racatar da lo pavimento calzari e vesta de li filii. Metter li panni impuri ne lo tino macanico con la polvere alba.
Passar lo formichiere macanico per aspirar onni plus parva impuritate.
Andar a lo mercato a comperar lo cibo.
Fermarsi a la locanda per rinvigorir lo corpo con la potione obscura e comperar lo bilieto de la fortuna (che mai arriba).
Tornar a casa e metter lo cibo su lo foco.
Ah! Lo sabato foriero del dì di festa che già s’annuvola a sera al pensier de lo duro laboro de la setimana!
(Maluna Viola)

UNA VITA DIFFICILE
Lo era. La sua era una vita difficile.
Piena di sacrifici, preoccupazioni, fatiche e paure.
Un giorno si accorse che era il suo approccio alla vita difficile, non la vita, così scelse di viverla e tutto divenne semplice.
(Lucia Demma Carà)

NON CI RESTA CHE PIANGERE.
Quando, mangiando un Frutto di Stagione per la prima volta nell’anno, si esprime un Desiderio che non ha nulla a che fare con l’Amore, vuol dire che ce n’è.
(Wilhelmina Vagante)

BASTARDI SENZA GLORIA
Mi chiamo Prorzac, nome spiritoso e demente affibbiatomi dalla figlia del vecchio, nel tentativo di tirare su di morale il padre afflitto da senilità incalzante…invece è lui che tira giù me, mi strattona villanamente, mi scalcia se si imbatte in me girando per la camera….Ieri mattina dice la figlia: via babbo, predi Prozac e andate a fare una giratina…detto fatto eccomi armato di collare e guinzaglio in mano al vecchio…una volta fuori mi ravvivo: l’aria è tersa e gli odori solleticano il mio nasone rosa…prendo il via trascinandolo verso strade cariche di interessanti effluvi…Mi segue barcollando, mi chiama con la sua voce querula e isterica: non mollo certo e, orecchie al vento, cavalco per le strade sconosciute verso il porto…Ad un certo punto lui stramazza su una panchina e io mi acquieto: ormai non sa mica orientarsi, lo so…VENDETTA!! Pacifico, allungo il mio serafico muso e mi addormento al sole tiepido. Sogno.
(Paola Braccini)

L’ATTIMO FUGGENTE
Immobili come lucertole al sole, in piedi sui banchi come sentinelle all’alba, raccogliamo i pensieri che hanno illuminato le nostre menti e fieri mostriamo allo sguardo del sapere il nostro coraggio. Siamo amore e pensiero e il nostro futuro è il progetto libero di un mondo migliore.
(Sandra Giordano)

VICINI DI CASA
Lei era piccolina, coi capelli grigio ferro. Lui, azzimato, col sorriso facile, di pochissime parole.Tutte le sere una passeggiata con quel cagnolino dal nome buffo, Ambrogino.Dalla finestra della cucina si sentiva rumore di piatti e musica, quella antica, un po’ demodè. Sul balcone un vaso di basilico, uno di prezzemolo e due gerani, così, per fare un po’ di colore.
Li trovarono abbracciati sul letto, il cagnolino che uggiolava sul tappeto e una lettera sul comodino con una sola parola: Perdono.
(Patrizia De Vincentis)

UN AMORE DI DONNA
Non si stancava di guardare quella donna meravigliosa che sembrava un pezzo di paradiso venuto giù. Voleva baciarla ora, subito; ma il rossetto violento si sarebbe sbavato sul lucido argento dello specchio.
(Lucio Freni)

STRANGE DAYS
Una settimana ogni 28 giorni!
(Sonia Tortora)

VINCITORI E VINTI
“Un vincitore ci deve per forza essere, dico io; la battaglia potrebbe durare ore, giorni e addirittura anni, qualcuno sul glorioso carro ci deve pur salire. Per il sottoscritto però la questione è decisamente diversa: in teoria sarei il sovrano, ma senza poter fare più di tanto per onorare la mia carica. Mi sento un uccello con le ali tarpate in maniera violenta, un rapace affamato costretto quasi sempre ad osservare. Cederei volentieri le mie fattezze per un po’ d’azione, ogni tanto. Non chiedo molto. Un vincitore ci deve per forza essere, dico io; mi ritrovo però sempre a vestire il ruolo del perdente di lusso. Al massimo vengo chiamato in causa per un arrocco, nient’altro, la scatola in cui poi vengo riposto inizia anch’essa a starmi stretta.”
(Gianluca Fontanesi)

DIVORZIO ALL’ITALIANA
Lei – voglio gli alimenti.
Lui – Ok, quanto?
Lei – Tre milioni di euro al mese..
Lui – Cribbio!
(Marcello Perugia)

IL SIGNORE DEGLI ANELLI
Arrivava all’ora del blu, quando il tramonto cede il passo alla notte e le stelle brillano luminose. Versava un po’ d’acqua torbida e del cibo rancido nelle ciotole rugginose, sganciava le catene dai pesanti anelli che le fissavano al muro e concedeva loro pochi minuti, per placare i morsi della fame e della sete. Nemmeno il tempo di sgranchire le membra doloranti: con ordini secchi e l’aiuto del bastone li imprigionava di nuovo. Quella sera la luna splendeva nella sua pienezza e i rottweiler ne subivano l’influsso. Il signore degli anelli sferrò qualche bastonata di troppo… non tornò a casa.
(Anna Rita Foschini)

LOLITA
La chiamano la “piccola venditrice di sorrisi”.
Vestiva un abito nero provocante, a ingannare il viandante.
Senza tetto, bramava affetto, e pochi soldi per campare.
Ogni uomo l’andava a cercare.
A volte lei ci stava, altre no. Toccata e fuga.
Quella non era vita da adolescente.
Alla sera, triste, smetteva le vesti. Schivava gli specchi.
La luna, spettatrice silente, scuoteva le punte.
Le stelle non giudicavano e scaldavano di luce le sue notti.
Lolita si addormentava, e sognava un futuro migliore.
(Marina Paolucci)

SEGRETI E BUGIE
Immagina un solo posto. Unico. Una stanza. Il camino acceso.
Nevica.
C’è un silenzio lieve intorno.
Io e te. In un posto della terra. Lontano da fuochi di guerra. Vicino al cielo impreziosito da nuvole bianche.
Nevica.
I perché della vita deposti fuori l’uscio.
Io e Te.
Io dentro la tua voce. Tu dentro il mio silenzio.
Non so dirmi perché tutto questo è capitato proprio a me, proprio a noi. Un motivo ci deve pur essere. So che ci siamo incontrati per caso, ma che non è un caso se qualcosa che assomiglia molto a un legame si è instaurato tra noi e ci tiene così come ci tiene.
Non sai quanto vorrei avere un’altra quotidianità da sottoporti, quali altri momenti vorrei porgerti.
A volte chiamo in soccorso la fantasia per inventarmi una realtà che non esiste.
Ma poi mi ri-domando: ha senso?
La fantasia preferisco, ora, liberarla per farla volare oltre le montagne , oltre i tetti di una non-città scontrosa perché giunga fino a te. Non so bene dove cercarti, in quale “altrove” ora ti trovi.. ma la fantasia ha gli occhi di mille falchi e riesce ad individuarti. E se ti ghermisce, non ti molla più.
Come vorrei piacermi quanto tu piaci a me.
Ho l’indicatore dell’ auto stima che lampeggia, segnala “riserva”. Se non è buffo ciò, quanto meno spiega perché il mondo reale sembra non bastarmi più.
Devo spegnere questa luce.
Ma io senza di te sono completamente al buio.
(Darya Ginevra Anais)

PINOCCHIO
Dopo accurati studi, si scoprì che non era il naso ad allungarsi…
(René Miri)

QUASI AMICI
E’ stato un incontro quasi casuale, ma si sa, le grandi amicizie, come i grandi amori, partono a volte proprio dal niente, a tua insaputa. Comunque, lei arriva di corsa, lui invece è già li che l’aspetta – ha l’abitudine piacevole di arrivare sempre un pochino prima del convenuto. Si siedono vicini al solito tavolino. Lu tira distrattamente la tazza di caffè verso di sé, la tovaglia si arriccia. La sua mano rimane lì, immobile sul piattino, e il caffè si fredda subito, poi. La guarda. Dice ‘andiamo’, e corre via come spaventato da qualcosa che non si vince, qualcosa che ti corre dietro anche se vai via senza voltarti. ‘Fermati’ grida alla sua nuca – poi lo guarda, dubbiosa. All’improvviso, lui la abbraccia, si aggrappa alle maniche della sua giaccia come un naufrago ad una zattera di fortuna. Racconta a bocconi di una vita in bilico, un disastro dietro l’altro, non sa più come uscirne. Respira solo a tratti, come se dovesse pagare anche l’aria e non se ne potesse permettere abbastanza. Lei sta lì in piedi, con gli occhi sbarrati e la sensazione di essere un’inutile ingombro nella vita di questo tizio, che non sa come rimettere in piedi. Gli tocca piano i capelli, per non tirarglieli, e tra sé prega dio che mai più la punisca delle sue cazzate facendole vedere le lacrime di un uomo.
(Alessia Massari)

LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI
Sono davvero vivi? Ucciderli è omicidio? Provano emozioni e dolore, anche solo in una mera ombra di quel che sono stati?
O sono solo cadaveri ambulanti, pupazzi di carne marcia mossi dagli invisibili fili del fato e della violenza? Il prossimo gradino evolutivo, l’ultimo anello della catena alimentare?
Riguardo gli zombie i punti di vista possono essere molti ma il mio è uno solo: dal mirino di precisione del mio fucile vedo le cose in un unico modo, chiaro e preciso.
Il fatto che ciondolino pigri per le strade mi facilita poi non poco.
BANG!
La testa esplode.
Centro perfetto.
Avanti un altro.
(Matteo Pisaneschi)

L’UOMO CHE AMAVA LE DONNE
come pittore di fronte ogni volta ad un nuovo capolavoro, le sue mani trasformate in abili pennelli, i loro corpi in immacolate tele.
(Alex Hubner)

THE SOCIAL NETWORK
CANC(ellando) le distanze INS(ieme) nell’ ALT (alenante) GR (aduale) dei nostri pensieri.
(Venere Manuela Di Gladyo)